di Fausto Brizzi, con Nicolas Vaporidis, Fabio De Luigi, Paolo Ruffini, Paola Cortellesi
E’ abituato a fare i suoi film in grande compagnia ed anche stavolta non se l’è fatta mancare. Fabio De Luigi, Paola Cortellesi, Alessandro Preziosi, Nicolas Vaporidis, Carla Signoris, Sarah Felberbaum, sono solo alcuni dei volti che compaiono in “Maschi contro Femmine”, ultimo lavoro cinematografico di Fausto Brizzi, quarantenne regista romano che con i suoi primi tre film, “Ex” e le due “Notti prima degli Esami” ha sbancato i botteghini. Questa volta, però, il lavoro è stato più complicato, ha girato due film in una volta sola e contemporaneamente, fatto unico in Italia: mentre esce “Maschi contro Femmine”, è già in post-produzione il sequel “Femmine contro Maschi”, nelle sale a febbraio 2011.
Una sceneggiatura scritta a otto mani e, per una volta, alla triade di scrittori Brizzi-Martani-Bruno si è unita una donna, la scrittrice e blogger Pulsatilla (autrice del fortunato “La ballata delle prugne secche”), necessaria – data la natura del tema- per apportare delle chiavi di lettura in rosa al complicato mondo dello scontro tra i sessi. Perché è di questo che parla la storia, o meglio, le storie che, com’è tradizione nell’universo brizziano, intrecciano personaggi all’interno di vicende che si moltiplicano come in un caleidoscopio. Come per Ex anche qui l’universo delle relazioni uomo-donna fa riferimento a tutte le tipologie di coppia e a tutte le età: così c’è il marito che tradisce la moglie quarantenne per una ventenne (per di più straniera), il neopapà che si concede una scappatella, le storie d’amore tra colleghi, le rivalità tra due amici (uno omo, l’altro etero) che mettono gli occhi su una stessa preda, il playboy determinato a conquistare l’unica donna al mondo che non gli si concede perché, al contrario, lo detesta.
Brizzi mescola tutti questi ingredienti con il tocco brillante e divertente cui ci ha abituati per mostrarci una società ufficialmente comandata da maschi che puntualmente soccombono alle femmine, dove il braccio di ferro tra le due parti si conclude quasi sempre col pari, in cui, in definitiva, il finale quasi mai sorprende per originalità. Strutturato come un gioco di tasselli (in modo da sviluppare qui dei personaggi che nella seconda parte finiranno in secondo piano) il film termina con la promessa di uno sviluppo della storia nel prossimo capitolo in cui, già è noto, diventeranno protagonisti personaggi qui appena accennati, come quelli di Emilio Solfrizzi, Luciana Littizzetto, Claudio Bisio e Nancy Brilli. Due film incastrati, dunque, o anche un unico film lungo tre ore, in cui ognuno, al limite, potrà costruirsi la propria storia secondo l’ordine che preferisce.
Da apprezzare dunque l’originalità se non della trama, dell’operazione nel suo complesso, dallo sforzo produttivo, sei mesi di lavorazione, all’utilizzo combinato di pellicola e digitale, alla presenza di due case di produzione (01 per il primo e Medusa per il secondo episodio).
Originali pure le scene in cui si rimanda al fumetto (una delle ossessioni dichiarate del regista) come pure i tanti collegamenti, più o meno promozionali, con gli altri media innescati dall’autore stesso, dal diario del set, aggiornato personalmente per una nota rivista di settore, alla storia che ha scritto per Topolino, in linea col tema del film.
Sicuramente Brizzi sa come muoversi e oggi al sostegno del pubblico aggiunge anche quello della critica che lo annovera tra i più talentuosi registi fedeli alla commedia all’italiana stile anni Sessanta. Che abbia trovato la chiave del successo nella formula del film corale? Può darsi, lui dichiara di assecondare esclusivamente il suo gusto personale. Insomma, da Brizzi non aspettatevi mai un film “due camere e cucina”.
Autore: Vittoria Romagnuolo