La verità è che “Mezzanine” è il classico album generazionale. Sono passati venti anni e un numero indecifrabile di ascolti, ti capita di metterlo e l’intro di basso di ‘Angel’ ancora fa tremare le viscere.
L’album seguiva a quattro anni di distanza “Protection” (e il successivo “No Protection” – uscito l’anno dopo con il remix infernal-dub di Mad Professor), qui a Napoli eravamo tutti entusiasti: sulle note di copertina campeggiava gloriosamente un “noi staremo sempre qua finché il Napoli vincerà“.
Non si è mai sentito nessun parlare male di “Mezzanine”; ogni volta che usciva un disco del genere era un susseguirsi di dibattiti, riflessioni, ragionamenti: “uah…l’hai sentito il disco dei Massive Attack?” – “Si, ce l’ho su cassetta!”, e non è che faceva molto cool la musicassetta essendo un oggetto quotidiano…però che grandi compilation che sono state fatte!
“Dummy” e l’omonimo dei Portishead insieme a “Blue Lines” e il già citato “Protection“, avevano portato il sound di Bristol in ogni angolo del mondo; quelle sonorità vellutate e sensuali stimolavano l’intero sistema nervoso e ogni tipo di fantasia, eravamo tutti maledetti su ‘Risingsong’ e tutti ci siamo innamorati sulla voce black-angelica di Horace Andy, tutti siamo usciti di testa su ‘Inertia Creeps’. La odiatissima MTV passava in rotazione ‘Teardrop’, naturalmente il pezzo più opaco del disco…chi era già sballato su ‘Black Milk’, sicuramente non si sarebbe mai ripreso su ‘Dissolved Girl’…per collassare poi definitivamente sulle chitarre graffianti del finale di ‘Group Four’ e tornare minimamente in sé sul phaser di ‘(Exchange)’ o andare definitivamente sotto…
Siamo tutti molto tristi per il tempo che passa, ma è impossibile non essere felici per il ritorno dei Massive Attack in Italia.
06 febbraio • Mediolanum Forum di Milano
08 febbraio • PalaLottomaticadi Roma
09 febbraio • Kioene Arena di Padova
Autore: Luigi Ferrara
P. S.
Naturalmente quando verranno a suonare in Italia nel 2019 saranno ventuno…