Mi preme fare una premessa non secondaria: questo disco è completamente dedicato alla memoria di Joe Strummer (1952-2002), il più grande di tutti.”.
Da questa citazione collettiva dei Linea stessi, mi viene più facile recensire un lavoro (il secondo della loro breve storia) che suona e parla principalmente all’interno di una “filosofia”prettamente (sempre) rock’n’roll.
All’interno della scena punk italiana (ma sarebbe errato indirizzare la band all’interno d’archetipi oramai abusati!), i milanesi Linea, giungono al loro secondo album.
Un lavoro a tratti tortuoso, (dettato dalle difficoltà di visibilità commerciali, figlie di quella subcultura oramai consolidata nella scena punk italiana, molto glamourizzata e poco consona all’atavico stile, tipico della scena punk mondiale, la libertà interpretativa e l’impegno politico) che presenta elementi sonori interessanti come la title track “Ossigeno”, un viaggio nei meandri punkeggianti della scena “rivoluzionaria”dei primi Clash.
“Gas”, in altre parole aperture ska-punk puro ed emotivo, dove primeggiano tratti testuali inclini a certe rivendicazioni socio politiche.
Qualche chicca melanconica come in “Senza amore”, e “Sei tu”dove sonorità reggae sposano testi che a tratti ricordano certe “disfunzioni” (che avevamo assorbito) dei”mitici”anni ’80, la tristezza degli eventi e la paura dell’apatia sociale.Quasi dei notturni metropolitani!
“Jack Daniel’midnight”, in altre parole vecchie bevute stilistiche vicine a certe sonorità punk metal fine anni’80, vedi i mitici torinesi Negazione.
Simpaticissimo è l’omaggio ad “Alì (Boma ye) ”dove i vocalist Giamarco Pirro e Mauro Zaccuri sembrano essere usciti da un cartone animato giapponese (una mia proposta, se in futuro sarà fatto un cartoon su Alì, questa deve essere la colonna sonora!).
Qualche pecca su “Frontiera”, un brano per certi versi “troppo”sperimentale e in contrapposizione all’anima vera di questo lavoro, e “Ritorno”, un viaggio a cavallo fra certi stilismi (oramai passati) da Pfm e cavalcate psichedeliche pressoché lontane.
Chiudono l’album “Per sempre unico”, testimonial perfetto della “parentesi” punk newyorkese, e “Push”, una ballata trasognata lineare e ipermelodica, accompagnato dalla tromba di Carlo Pietrosanto che collabora a questo album, assieme ai “conformati” Silvio Calesini al basso e Claudio Sitta alla batteria, nonché i gia citati vocalist e guitars Pirro, e solo voci Mauro Zaccuri.
Essenziali e propositivi nei testi (la verve politica e anticonformista ne è il maggior esempio!), naturali e concentrati nei suoni, Frontiera sembra poter avere le carte in regola per continuare crescere, e le occasioni per far conoscere il lavoro dei Linea (curiosità, sono la quintessenza del sito Radioclash.it, e hanno partecipato all’evento bolognese su Strummer, suonando assieme ai Gang e Yo Yo Mundi, ospiti anch’essi della kermesse felsinea) non mancano nel corso del loro tour.
Autore: Luigi La Delfa