Nelle foto di copertina e del booklet Jesse Hartman (unico titolare del progetto “Laptop“) sembra un incrocio tra David Bowie e Lou Reed (periodo “Transformer”): una specie di “stato intermedio” in un’ipotetica fusione tra i due personaggi. La voce, invece, rimanda soprattutto al primo (anche se “Know it all” ricorda vagamente “Walk on the wild side”) e, quando si fa più profonda e scura, Peter Murphy dei Bauhaus. Siamo in piena febbre da revival anni ’80, e il progetto Laptop si tuffa a capofitto in questa “corrente”. Poco importa se l’operazione nostalgica scada a volte nella parodia involontaria (?), nel gioco di rimandi che se all’inizio può essere anche abbastanza divertente (“guarda, qui sembrano i New Order!”) dopo un po’ – diciamolo – stanca, e non fa altro che far rimpiangere gli “originali”. Neanche il tempo di godersi la vista delle improbabili acconciature degli invitati al party, che già il festino nostalgico si rivela in tutta la sua natura posticcia e… quel drink che stai sorseggiando ignaro, non sarà mica scaduto nell’ ’86 per caso?
Autore: Daniele Lama