Tutto esaurito al Palasport di Firenze, merito sicuramente di un singolo estivo di successo ma merito soprattutto del carisma e del talento di un artista che qui in Italia vanta da sempre una folta schiera di appassionati.
Il concerto è iniziato alle ventuno in punto con una versione piuttosto anonima di “Glory & consequence”, la quale è stata comunque capace di surriscaldare il pubblico introducendolo in un concerto che da quel momento in poi di anonimo non ha avuto più nulla. La passione dei musicisti, la partecipazione degli spettatori, i momenti di improvvisazione, l’energia sprigionata dalla voce di Ben Harper sono diventate una cosa sola in un’esibizione che nell’arco di oltre due ore ha attraversato tutte le tappe della musica nera, dal blues al soul, dal reggae al funk. Ecco così che “Excuse me Mr” ha assunto venature wailersiane, mentre la successiva “Brown eyed blues” si è arricchita di un groove infinito di basso. Il resto lo hanno fatto le canzoni. Splendide. “Temporary remedy”, “Ground on down”, “Steal my kisses”, “Amen omen”, solo per citare gli episodi più coinvolgenti. E come dimenticare “Sexual healing”, cover della celebre canzone di Marvin Gaye? Le percussioni di “Burn on down” hanno anticipato il momento dei bis: tra gli applausi è ricomparso sul palco il solo Ben Harper per l’esecuzione di “Waiting on an angel”, “Walk away”, “I shall not walk alone”, “When it’s good”. Ancora un momento di pausa, ancora applausi scroscianti ed il finale ha visto nuovamente protagonista la band al gran completo: una fantastica “The woman in you” e poi chiusura definitiva affidata a “With my own two hands” dalla quale, nell’entusiasmo generale, ha fatto capolino “War” di Bob Marley!
E il giorno dopo ancora un bagno di folla a Milano, dove Ben Harper ha festeggiato il suo compleanno con un altro concerto memorabile. Almeno così mi è stato riferito.
Autore: Guido Gambacorta