Colonna sonora travolgente, piani sequenza rapidi ma intensi, il pure entertainement gioca con le armi da fuoco. Ogni minuto della sceneggiatura è saggiamente dosato e la telecamera, sin dall’inizio interpreta il ruolo di un khalashnikov dal mirino intelligente. Il film ha il merito di parlare della Storia contemporanea in un’altra chiave. Percorriamo gli anni 40 in una Brooklyn malfamata, attraversando la Guerra Fredda, quella del Golfo, i conflitti nell’Africa della Liberia e della Sierra Leone, fino a oggi, tramite il punto di vista di Yori Orlov, il trafficante di armi interpretato da Nicolas Cage. Il volto di legno dell’attore si confà al suo ruolo di piccolo commerciante ambizioso che diventa rapidamente il supllier numero uno di armi. Grazie alla sua ingegnosità riesce a fare lo slalom tra le leggi e bunjee jumping tra politici e militari di alto rango. Ethan Hawke è Jack Valentine, il poliziotto pulito che vuole incastrare Orlov. Pur rientrando in una logica big budget e forse fornendo troppa centralità e eroismo negativo e machiavellico smisurato alla figura del trafficante, il film riesce a non essere riduttivo creando un territorio di bianco e nero, di buoni e cattivi.
Il film è comico e entrainant per i successi consecutivi dell’antieroe protagonista, per la presenza un po’ alla Eddie Murphy del Presidente carnefice della Liberia Baptiste, ma da un momento all’altro il carosello cambia musica, e suona vero. I dialoghi sono indovinati e chi é rimasto deluso del modus operandi di Micheal Moore in Farheneit 9/11 sorriderà quando Orlov parla del presidente degli Stati Uniti come del più grande dealer di armi da fuoco. E’ una fiction ma il messaggio passa. Grazie.
Autore: Giorgia Bruzzese Del Pozzo