Finalmente possiamo dare un ben tornato a Mr. Jon Spencer. Recuperando le proprie radici, con il secondo capitolo di questo progetto (estemporaneo?), con Matt Verta-Ray, Spencer si è risollevato dalle ultime due ed annacquate esperienze con la Blue Expolosion. Con il secondo lavoro di Heavy Trash, Spencer continua nel recupero delle radici blues e rock’n’roll non solo di quelle che sono state le sue creature più fulgide ed importanti per il rock dei ’90, Pussy Galore ed appunto la Blues Explosion, ma per il rock Usa tout court. A differenza del lavoro precedente, “Going way out with out with Heavy Trash” è meno acustico e spazia maggiormente, evolvendosi, ed in parte emancipandosi dal country-rockabilly dell’omonimo di due anni fa. Il rockabilly qui è ben rappresentato da una “Kiss baby” che affonda nei ’50 di Gene Vincent, ritmata in maniera crampsiana, ed in buona parte da “Pure gold”, essenziale e vibrante. Su questo cd poi aleggiano i fantasmi didleyani nelle sincopi di “She baby” e “I want refuge” ed il ricordo del punk-blues riemerge nell’esplosiva “I want oblivion”. Inevitabile poi l’omaggio ai Rolling Stones dei seventies nel r’n’b/funk di “Outside change” e gli ultimi due brani si differenziano da tutti gli atri, dato che si tratta di una ballata riflessiva e dilatata (“Crying tramp”) e di un cupo blues dai risvolti beefheartiani, dove riescono a convivere molto bene anche echi di Nick Cave e Tom Waits (“You can’t win”). Jon Spencer è sulla soglia dei quarant’anni, ma già sente in maniera molto forte l’esigenza di recuperare le proprie radici.
Autore: Vittorio Lannutti