Nient’altro che madrigali è il disco d’esordio degli Io?Drama, un nome che rispecchia perfettamente l’estetica del quintetto milanese guidato dal carismatico frontman Fabrizio Pollio. Composizioni disperate, dotate di un forte impatto da opera rock e organizzate anche nel libretto del cd come un dramma messo in musica, con tanto di prologo, dell’umano, delle passioni, dell’esistenza e dell’ineffabile. Un disco interessantissimo per il semplice fatto che sa essere moderno, originale e tuttavia accessibile per la sensibilità pop delle linee melodiche: un violino in formazione che si amalgama perfettamente con le dinamiche rock delle canzoni, e che anzi dà un tocco di solennità all’intero lavoro.
Ritmiche serrate, chitarre grezze e batterie in levare che difficilmente ti lasciano lì fermo ad ascoltare: come una jam session tra Strokes e un qualsiasi gruppo di post-wave, fatta però da una band italiana che non perde per strada la propria vena cantautoriale. Il singolo “China sulla fine del mondo”, l’angoscia circolare di “Inquietudine di Babi”, il rock ruffiano e modaiolo di “Vanità”: tutti episodi che rivelano una personalissima rivisitazione dei canovacci rock e una buona dose di inventiva nel modo in cui il violino entra nella tessitura armonica. “Dubbi ipnotici” è un altro dei momenti ruffiani del disco, con batteria quasi alla Franz Ferdinand e chitarre leggermente acide che assieme al solito violino creano dei tappeti per l’ottima e teatrale interpretazione di Pollio. Il momento forse più riuscito, in un disco indiscutibilmente notevole, è nella parte centrale del disco, con “Pelle liscia”, echi orientaleggianti e atmosfere altalenanti, tra rock ruvido e ispirazioni danzerecce, e la violenza de “Il testamento di un pagliaccio”.
Gli Io?Drama si segnalano dunque per l’ottimo debutto, e considerando che hanno diverse frecce al proprio arco (dal frontman all’originale inserimento del violino fino alle contaminazioni tra la classica forma canzone e le suggestioni angloamericane), c’è da scommettere che ne sentiremo parlare con sempre maggiore insistenza.
Autore: Stefano De Stefano