Per presentare i Punkreas non si fa una gran fatica, perché il nome parla da sé. Ultimo (o quasi) baluardo dello ska- punk duro&puro in Italia, il gruppo milanese torna finalmente sulle scene con “Noblesse Oblige”, ottavo album in studio.
Ne è passato di tempo dai loro esordi, ai tempi di “Isterico” ma anche dalle polemiche che li investirono quando nel 2000 firmarono con una major e i fan della prima ora li tacciarono di essersi venduti “al nemico”. Dopo aver parlato con Flaco, chitarrista della band, posso però garantire che, nonostante tutto, i Punkreas sono sempre quelli di un tempo, solo un po’ più chic.
Siete nati nell?89 e ora siamo nel 2012, quasi vicini (come dice anche uno dei vostri ultimi pezzi) alla fine del mondo. Come si sono evoluti i Punkreas negli anni?
Uhm, difficile dirlo… Le evoluzioni si notano meglio dall’esterno. A noi sembra di avere mantenuto lo spirito dell’89. Ci hanno stampato così e non c’è niente da fare. Abbiamo semplicemente cercato di sviluppare e articolare quello che eravamo fin dall’inizio. Sia sul piano strettamente musicale che su quello organizzativo e progettuale.
Da “Paranoia e Potere” a “Noblesse Oblige”, non siete mica diventati radical chic, vero?
No, abbiamo poco in comune con il radical chic, anche se i due termini presi isolatamente non ci dispiacciono. Un po’ radical lo siamo di sicuro, e tutto sommato in questo album non ci dispiace apparire anche un po’ chic. Il fatto è che abbiamo passato gli ultimi anni a descrivere e cantare una situazione di sfascio, che per noi era molto evidente. E per anni la critica – musicale e non – ci ha dipinto come i giapponesi nella giungla, quelli che non si erano accorti che la guerra era finita, e che la modernità era dire sempre si e diffondere l’idea che tutto andava benissimo. Adesso che tutti i “tranquillizzatori” di professione si mettono l’elmetto e che anche AlBano scopre la canzone impegnata, noi andiamo un attimo a farci una partita a golf. Ce la siamo meritata.
A proposito di “Noblesse Oblige”, come descrivereste questa vostra ultima fatica discografica?
Fatica è la parola giusta. Non ci abbiamo mai messo così tanto a comporre e registrare un album. La registrazione ha preso 2 mesi interi, tra Milano e Torino. Penso che sia un album che ci rappresenta perfettamente, ma che sorprenderà chi ci ascolta. Quello che c’è è tutto coerente con il nostro stile, ma nel senso che si integra con la nostra storia senza semplicemente ripeterla.
A proposito di lavori e fatiche, come procede il vostro “Canapa Eventi”? Avete qualcosa di nuovo in programma?
No, i lavori di Canapa sono sospesi. Purtroppo non abbiamo le energie per gestire tutto, soprattutto adesso che esce il disco e parte il tour. Resta un discorso aperto che però, fino a che non troveremo dei collaboratori validi e affidabili, resterà confinato ai nostri momenti
di pausa o di minor lavoro.
Che rapporto avete coi social network? Vi piacciono o non fanno per voi?
Oddio, parlo per me. Sostanzialmente non ho proprio rapporti coi social network. Non è una posizione ideologica, assolutamente. E’ che non mi viene proprio voglia. Forse sottovaluto le potenzialità. Per fortuna non tutti nel gruppo sono come me e, anche grazie ad alcuni
amici stretti, i social forum dei Punkreas sono piuttosto ben tenuti e aggiornati. Ah, se trovate su FB un profilo Flaco dei Punkreas, sappiate che non sono io. Un pazzo si spaccia per me e continua a
riscrivere pezzi delle nostre canzoni. Così, grazie ai social network, sembro pure un cretino…
Sono tempi di crisi, come sappiamo oramai tutti. Voi come la state vivendo, da musicisti e da cittadini?
Da musicisti sono anni che per mantenere e migliorare la qualità del nostro lavoro, dobbiamo inventarci modi per contenere i costi. Fortunatamente, a questo giro, la Edel ha creduto in noi e ci ha consentito di lavorare ad altissimi livelli. Dobbiamo ringraziare anche Big Fish, la nostra agenzia, che ci darà il modo di aumentare per il prossimo tour il personale tecnico e anche di portarci in giro per la prima volta un sistema luci tutto per noi. Quindi tutto sommato ci va di lusso! Come cittadini non abbiamo molto da aggiungere a quello che abbiamo cantato negli ultimi anni. Siamo diventati un paese di mentalità mafiosa, dove vige il sopruso, e per di più abbiamo ormai assorbito completamente la psicologia del consumatore compulsivo. Speriamo che i principi democratici siano abbastanza saldi per tornare a mostrarsi a livello di massa e che la crisi promuova solidarietà e collaborazione, anziché pogrom e persecuzioni dei soggetti deboli. Ma non chiedermi di scommeterci soldi. Con la crisi che c’è non mi lancio in scommesse a così alto rischio ….
Rimaniamo sulla politica. Nel pezzo ”Polenta e kebab” (in cui collaborate con Luca Persico del 99 Posse) vi schierate apertamente contro i Leghisti. Ma del nuovo governo che cosa ne pensate?
Bhé, anche Nerone sarebbe stato meglio di Berlusconi, quindi un po’ abbiamo festeggiato. Per il resto avanziamo una piccola proposta: dato che è evidente e socialmente disastrosa la iniqua distribuzione di ricchezze, non sarebbe il caso di tassare pesantemente le eredità, le rendite di posizione e voltare tutto in servizi sociali? Sulla Lega niente da dire: è semplicemente incredibile che per 15 anni abbiamo avuto ministri e parlamentari che come risposta ai problemi della
globalizzazione e della crisi produttiva mondiale, avevano solo qualche pernacchia e il gesto dell’ombrello. Ci rifiutiamo di prenderli sul serio, a prescindere da quanta gente li voti. La canzone
lo dimostra e l’intervento di Zulu è veramente gustoso
Torniamo alla musica. Pensate che in Italia si possa ancora parlare di una realtà alternativa? Oppure reality e affini hanno corrotto tutto?
Penso sinceramente che si tornerà presto a parlare di musica alternativa, anche se l’andamento demografico e il prolungamento dell’età media tende a farci diventare un popolo di casalinghi
videodipendenti. Spero per i prossimi anni in un alto tasso di natalità degli immigrati, e nel riconoscimento come cittadini italiani di tutti i nati i Italia
C’è qualche nuova leva della musica, che sia band o cantautore che vi piace o che seguite?
Oddio, in questi casi si finisce sempre per dimenticare qualcuno. Così in botta mi vengono in mente Pan del Diavolo, Zen Circus, Bud Spencer Blues Explosion, Sick Tamburo (anche se non sono certo di primo pelo).
Cantautori? No grazie!
Domanda di rito: progetti per il futuro? Concerti, collaborazioni?
Concerti tanti, a partire da marzo. Trovate tutto su sito e FB (grazie al fatto che non li gestisco io). E collaborazioni sempre di più: siamo rimasti per anni chiusi su noi stessi, più per timidezza e
insicurezza nei nostri mezzi che per altro. Dopo la collaborazione con Assalti Frontali di qualche tempo fa, si è aperto il vaso di Pandora: Zulù, Bluebeaters, Bonnot ma anche Nema Problema (gruppo di musica balcanica con cui abbiamo fatto una session al Leo), mandolinisti come
Zappalà che ha registrato “Il segreto di Pulcinella”. Penso che continueremo a contaminarci: è un’ottima politica. Non solo musicale.
Autore: Veronica S. Valli
www.punkreas.net/ – www.facebook.com/pages/Punkreas/119064771484094 – forumpunkreas.forumfree.org/