Per la dodicesima volta al Velvet di Rimini la portentosa macchina rock norvegese ha strabiliato il folto pubblico con un concerto di due ore e tre quarti. Il trio norvegese non si è risparmiato, regalando, con assoluta generosità, uno show, come è nel loro stile, variegato e di grande impatto, nel quale hanno dimostrato di essere dei grandissimi professionisti, dato che senza spocchia hanno mostrato la loro efficientissima tecnica, con tanto calore e coinvolgendosi con il pubblico, cui hanno regalato tutte le loro perle migliori. Alle 22.55 il trio ha cominciato con una veloce implosione, che ha dato il là ad un’esplosiva “No evil” e questa fa già capire in che direzione vogliono i tre scandinavi. Da “Black hole/black cavas” i Motorpsycho propinano anche l’acida “Kill devil hills” e “Sail on”, quindi, dopo “Hey jane”, è arrivata l’ora del loro ultimo lavoro “Little lucid moments”, che viene riprodotto interamente con tutte le particolarità psichedeliche, nelle quali sono spiccate le doti di Ryan. Terminato il viaggio nei vari stati di coscienza, i tre scandinavi hanno cominciato a dare ritmo e la temperatura del Velvet è salita grazie a “Sinful wind-borne”, “Drug thing”, ammaliandoci con le struggenti “Feel” e “Watersound” suonate da Ryan e Saether, il primo con l’elettroacustica ed il secondo con l’elettrica. Il bassista ha abbandonato solo per questi brani il suo fidato e rombante strumento. Dopo poco più di due ore i tre hanno salutato, per ripresentarsi pochi minuti dopo per il primo dei due bis, attaccando con una “Nothing to say” piuttosto rabbiosa, seguita da un’aggressiva “The one who went away”. Il finale, invece, è affidato ad una roboante “Vortex surfer”, nella quale il pubblico è stato particolarmente partecipe, anche se non si è risparmiato soprattutto nella seconda parte del concerto, grazie al feeling imprescindibile che si è instaurato con il trio e gestito prevalentemente da Saether. Dopo un concerto come questo è più facile riappacificarsi con il mondo, nonostante le brutture sociali che stiamo vivendo.
Autore: Vittorio Lannutti
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