Persino il piccolo branco di cani, ospiti stanziali per tradizione dello splendido spazio degli spalti del Maschio Angioino, è rimasto per tutto il concerto in rispettoso silenzio. I gabbiani no, invece. Di tanto in tanto lanciavano i loro richiami, come se volessero a tutti i costi duettare con le dolci note profuse dai due musicisti sul palco.
La rassegna “Musiche Migranti” non poteva inaugurarsi in modo migliore: un grande successo di pubblico per un concerto raffinatissimo ed estremamente evocativo.
L’incontro tra il pianoforte di Ludovico Einaudi e la kora (strumento tradizionale del Mali) del virtuoso Ballakè Sissokò crea scenari sonori estremamente suggestivi.
Einaudi, partendo da un approccio sicuramente minimalista, si muove arricchendo (e non “scarnificando”, come vorrebbe l’estetica del genere) i suoi brani di melodie che strizzano l’occhio continuamente alla “forma canzone” (tant’è vero che lo stesso musicista di tanto in tanto sembra “cantare” sottovoce sui suoi pezzi). La forte vocazione “cinematica” della musica di Einaudi lascia viaggiare la mente, e – intrecciandosi con l’affascinante suono delle 21 (!) corde pizzicate da Ballakè Sissokò – proietta l’ascoltatore in un’esplorazione immaginifica delle immense distese africane, e delle malinconiche coste deserte che tanto hanno ispirato ultimamente il musicista torinese. Il risultato dell’ammaliante dialogo tra i due strumenti è un dolcissimo alternarsi di delicati chiaroscuri, una musica mai sopra le righe, dai toni sussurrati e tenui.
Dopo una pausa, torna sul palco il solo Einaudi, impegnato in due lunghe (la seconda in particolare a mio parere fin troppo lunga) suite, suggellate dagli applausi sinceri di un pubblico molto attento.
Einaudi quindi invita nuovamente Sissokò sul palco, e dopo aver risolto gli inevitabili problemi di accordatura dello stumento di quest’ultimo (lasciato a prendere umidità sul palco per più di mezz’ora…), i due regalano al pubblico ancora qualche piccola perla: un paio di brani ricchi di interessanti spunti melodici e inattese inflessioni blues. Magia pura.
Autore: Daniele Lama
www.ludovicoeinaudi.com