C’è aria di evento stasera alla Flog: già all’apertura del locale, intorno alle 22, una lunga fila di persone si snoda davanti alla cassa nel freddo pungente; il biglietto ad 8 euro invoglia anche i curiosi e non solo i fans della prima ora e così il pienone è garantito per presenziare al rito freak-folk delle sorelle Cassady. Bianca entra in scena con un look in pieno stile hip hop: jeans oversize, canotta sotto un improbabile giacca a scacchi, frangetta sbarazzina nascosta sotto un cappellino rosso; Sierra più composta, capelli legati, maglietta e pantaloni aderenti sotto un lungo piumino bianco che la avvolge tutta. Al loro fianco una mc di colore, all’occorrenza anche inesauribile beat boxer umano, e un’altra compagna addetta ai rumori e a controllare il piccolo registratore portatile (sorta di spartano campionatore) nel quale Bianca inserisce le sue cassette con le incisioni di alcune basi. I pezzi dei due dischi di studio – applauditissimi “Terribile angels” e “By your side” da “La maison de mon rêve” – acquistano colori e ritmi inediti: va in scena una girandola di mosse e balletti, con le CocoRosie che si alternano agli strumenti (tastiere, pianoforte, chitarre… Sierra anche all’arpa), l’mc che stantuffa beats nel microfono e l’altra ragazza che quando si alza dalla sua sedia diventa una specie di imprevedibile mascotte danzante.
Intanto ai due lati del palco i maxischermo della Flog proiettano ritagli di cartoni animati, immagini nelle quali le CocoRosie danno un saggio della loro passione per i travestimenti, una pioggia di piccoli teschi stilizzati e scatti prelevati dall’album di famiglia delle due sorelle. Consonanze ma anche intimi contrasti: Sierra canta quasi con un’impostazione lirica, alla ricerca di melodie cristalline, mentre Bianca inanella vocalizzi più nasali ed imperfetti, che spesso si tramutano in serrati esercizi di vero e proprio free-style rap…. E le sensazioni sembrano viaggiare dal corpo di Bianca a quello di Sierra (e viceversa) come fluido in vasi comunicanti: in apertura di concerto Bianca appare rilassata e sorridente e Sierra un po’ rigida nel suo piumino; nel finale Bianca sembra estraniarsi per un attimo, quasi accigliata, e Sierra visibilmente felice la va ad abbracciare saltellandole incontro come una bambina.
Non è un caso se in inglese il verbo “to play” significa sia “giocare” che “suonare” e le CocoRosie interpretano al meglio l’aspetto ludico della musica: le loro canzoni sono mattoncini di lego da incastrare uno sull’altro, panetti di pongo da modellare all’infinito, bolle di sapone da far fluttuare nell’aria, coriandoli e stelle filanti da lanciare sopra le teste di un pubblico assolutamente estasiato.
Autore: Guido Gambacorta
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