Intelligenti ma non si applicano. Hanno talento ma non si impegnano abbastanza.
Si può prendere in prestito dalle formule delle nostre maestre elementari una efficace sintesi per descrivere il concerto dei Califone in questo storico cortile Berlinese. L’esibizione è stata preceduta da quella dei tedeschi Super 700, per alcuni aspetti interessante, con basso e batteria di enorme creatività, richiami ai Karate in “Golden days” e “Man to land” e fantasiose citazioni new wave anni ’80 in “Elefant” e “Forgive jazz” ma con molte cadute di stile, passaggi a vuoto e un suono appesantito da ben tre voci femminili, decisamente troppo invadenti.
I disordinati americani portano in giro i brani del loro ultimo “Hero King Blues” , ottimo album, che colpisce, come sempre nella loro carriera, per il gusto e la potenza delle contaminazioni delle loro ballad folk con il post- rock, con la musica concreta, con il noise e la psichedelia. Brillano in tal senso “Trich Bird” e la lunga (14 min.) ed ipnotica “Hero King Blues” intatta nella sua magia anche dal vivo. Purtroppo però, i ragazzi di Chicago sono una band dall’impatto spesse volte naive, e nonostante l’abbondanza della vena creativa, i brani sembrano di tanto in tanto mancare in concretezza, quasi improvvisati, tralasciati, manchevoli delle rifiniture. Quest’aspetto non impedisce comunque alla performance di essere gradevole ed interessante. Probabilmente le carenze dimostrate stasera sono da imputare più ad una giornata storta che a concrete idiosincrasie, e trovo conferma in questa supposizione chiacchierando con alcuni membri del loro enturage. Del resto, si sa, la cura è merce rara.
Autore: PasQuale Napolitano