Ancora post-rock da Bristol. Anche se ne avevate abbastanza, gli Immense vi faranno ricredere. Niente, praticamente, a che vedere con quanto già sapevamo del sound “bianco” della città dell’estuario. C’è da leccarsi baffi, in una certa misura, nei 9 brani di “Hidden Between Sleeves”, ottima occasione, per l’appunto, di scoprire qualcosa di nuovo, anche se di propriamente nuovo non c’è granchè. La novità qui è nella combinazione degli elementi, nell’approccio. E nell’ulteriore arricchimento del panorama anglosassone, ben più vario di quanto potrebbe sembrare sfogliando le pagine del NME, bottiglione mediatico attaccato alle vene del brit-pop in perenne terapia.
Lo stesso concetto di post-rock, già nato come definizione “di comodo”, accentua in tale circostanza questa funzione di “jolly terminologico” a uso e consumo della stampa. Dopo aver aderito alla registrazione in digitale e al sampling qualche anno fa, gli Immense si trovano esposti anche al campo gravitazionale di certa elettronica d’ambiente non troppo astratta, ora fornita di interpretazione vocale, ora profondamente immersa in oniriche suggestioni epico-orchestrali (‘The Bumper Book of Facts and Knowledge’ prende a prestito addirittura dal Royal College of Music i suoi grandiosi arrangiamenti di archi).
Non vera e propria elettronica, però, ma semplicemente un approccio che consente di “prendere” da più fonti, e di ritrovarsi per esempio, in mezzo alle onde di eleganti drones, l’isola in tempesta di ‘Shave the Gong’, in cui i nostri sfoderano una poderosa saturazione emotiva da June of 44 al quadrato, con le chitarre che alzano di continuo il tiro e la voce che si rompe per la concitazione (ok, conoscevamo già questa formula quiet-loud-quiet, ma sentivamo la mancanza di buone produzioni sotto questo denominatore, andato via via soggetto al saccheggio – e conseguente diminuzione di spessore creativo – dei meni dotati).
E rileviamo, ancora, l’oscillatore della successiva ‘Skitty Piano’, in cui fanno capolino le appassionate, rauche e scure vocals di Ricky Votolato (“featured”, nella restante parte di tracklist, anche in ‘22,000’); la struggente drammaticità di ‘Track 20’ e ‘3-Year Plan’, dove la viola e il piano esprimono al meglio il loro potenziale lirico; la cantilena “islandese” di ‘HMS Immense’; il crepuscolo romantico della conclusiva title-track. E, in genere, l’umore aereo, ma denso di sensazioni, di questo album.
Autore: Bob Villani