Sono in giro da più di sei anni, ormai, ma in Italia sono conosciuti ai più soprattutto grazie all’ultimo, fulminante disco, “Standing in the way of control” e all’omonimo, potentissimo, singolo. The Gossip è un trio: Brace Paine (chitarra), Hannah Billie (batteria) e la carismatica Beth Ditto alla voce. La loro musica è una miscela esplosiva di chitarre punk rock, pulsare funk e soul bollente.
Come essi stessi ci raccontano, si sono formati ad Olympia, dove sbarcavano il lunario lavorando da McDonald’s o nella metropolitana. Sono “cresciuti tra i boschi del sud degli U.S.A”., dove hanno “trovato conforto nell’arte, nel femminismo, nelle chitarre noise, in John Cage, nella musica soul e i Ramones”.
Alla domanda: “Chi, tra Blondie, ESG, Aretha Franklin e The Slits pensate abbia influenzato di più il vostro suono?”, ci rispondono: “Tutti questi! Forse giusto Blondie un tantino meno…era un po’ troppo scontata. Ma il giro di basso di Rapture resta il migliore di sempre in assoluto!”.
Il disco è stato prodotto da Guy Picciotto (che giustamente essi stessi considerano una “punk legend”) e Ryan Hadlock (già al lavoro con Strokes, Malkmus, Blonde Redhead e altri), che hanno “offerto ispirazione e un’enorme competenza tecnica: noi abbiamo portato in studio i nostri suoni, e loro c’hanno aiutato a…girare le manopole del mixer nel giusto modo!”.
Va segnalato che l’artwork del singolo “Standing in the way of control” è stato curato da Kim Gordon dei Sonic Youth. Una collaborazione che, per quanto non abbia sicuramente avuto ripercussioni sulla musica della band, ha emozionato non poco Beth e compagni: “il semplice fatto che abbia posato i suoi occhi sui nostri nomi c’ha fatto venire i brividi lungo la schiena. Lei, assieme a Yoshimi (dei Boredoms, n.d.r.) sono delle vere dee dell’arte”.
“Standing in the way of control” è senza dubbio uno dei dischi più ballabili usciti negli ultimi anni. Ma, conoscendo le tipologie di pubblico che solitamente affollano i concerti “indie”, mi sono preoccupato di chiedere alla band come reagisce quando il pubblico è troppo “imbalsamato” e non si abbandona – come ci si aspetterebbe – alle danze.
“Semplice: se loro non ballano, allora saremo noi a ballare sul palco molto più del solito. In ogni caso speriamo sempre che la gente si diverta” – ci dicono – ma ci tengono anche a precisare che se ora hanno pubblicato un disco “ballabile” (cosa che molto probabilmente ripeteranno in futuro), non è detto che prima o poi non faranno uscire un 7’’ di musica d’avanguardia per solo piano.
“Chi lo sa? Cambiamo col tempo e con l’età”. Non vogliono porsi limiti, i Gossip. Ma nel frattempo ci dicono che è prevista, a breve, la pubblicazione di una serie di remix di loro brani, realizzati da Trevor Jackson (della Output records), Erol Alkan (Trash club), Mstrkrft (del giro DFA records), Tronik Youth e Arthur Baker (uno che nella sua carriera ha lavorato con personaggi del calibro di Afrika Bambataa, New Order, Kraftwerk). Saranno dei “remix-killer, un miscuglio di roba dance e funk in stile punk. Un mix di Misfits e Kylie Minogue, Aretha Franklin e ESG!b>”. In ogni caso i Gossip non ci stanno, ad essere “inquadrati” in una scena musicale definita. Per loro l’unica scena di cui sentirsi parte è quella che ha a che fare con “progresso, cambiamento, arte, design e …femminismo a go-go”. Autore: Daniele Lama
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