Che si fa questo piatto mercoledì sera nella capitale?
Partita di calcetto!
Eh, ma sono fuori forma.
Allora andiamo a mangiare cinese.
Sai, ultimamente non lo digerisco bene.
Potremmo andare al cinema…
Per quello o lunedì o venerdì.
Beh, ci sarebbe anche una mezza cosa al Circolo…proiettano un film e poi suona una band, i cosi, là…i Cinematics.
Okay, se proprio vuoi uscire…
Il programma del Circolo degli Artisti presenta i Cinematics con una foto che li riprende dal basso: magri, abito scuro, tra la bucolica flora scozzese deformata dal tondeggiante fish-eye dell’obiettivo fotografico. Uno specchietto per le allodole. La verità è che sono proprio bruttini, questi tipi, ma non è sempre un punto di partenza negativo: bruttini e relativamente famosi= relativamente bravi. Cioè, sono bruttini, quindi come minimo devono essere almeno un po’ bravi.
Alle undici la sala è ancora vuota, tanto che un po’ mi dispiace per uno strano meccanismo di empatia nei confronti di chi sta per salire sul palco. In tre minuti però la sala si riempie, qualcuno ancora con la borsa pronta per andare a giocare a calcetto, sperando in un improvviso cambio di programma.
Avevo letto da qualche parte che i live dei Cinematics riscattavano alla grande un album che può risultare utile come sottobicchiere; del resto non ho mai avuto pregiudizi per i gruppi indie dell’ultima ora, quindi in realtà ero partita con l’idea di farmeli piacere.
Si presentano con le prime canzoni del vecchio album, A strange education. La voce di Scott Rinning cerca palesemente di imitare quella di Tom Smith degli Editors, un po’ cupa un po’ sforzata, e a tratti ci riesce. Meno riuscita la mimica facciale, che risulterebbe perfetta però se decidessero di mettere su una cover band degli Avion Travel.
[Non ho ancora capito, poi, chi dei due chitarristi ha bluffato. Non è sempre colpa del fonico, quando si sente una sola chitarra e se ne vedono due.]
A un certo punto dalla seconda fila è partito pure un pogo educato, qualcuno canticchiava su Break, il singolo che nel 2007 ha invitato ufficialmente i Cinematics nelle playlist indie-rock dei dj. Per non essere troppo snob e pignoli si potrebbe dire che per soli 10 euro il pubblico ha assistito ad un concerto dei Franz Ferdinand, degli Editors e dei Killers insieme. Certo, con la stessa differenza qualitativa che passa tra Barbie e Tanya. Bionde, occhi azzurri, tutteddue, ma nella seconda c’è qualcosa che non va. Tipo nella plastica scadente made in Chernobyl.
Tra le altre cose hanno presentato il nuovo album, Love and Terror. Nell’annunciare il primo singolo omonimo, il cantante ha ben pensato di preparare un’orazione di 5 minuti circa. Probabilmente un discorso di scuse. Però il collage gli viene bene. Perché sforzarsi a comporre canzoni di simil revival quando lo fanno già altri? Il copia e incolla è una cosa che ai Cinematics riesce alla perfezione, questo glie lo dobbiamo concedere.
Concludo questa recensione con una nuova rubrica inventata da me.
HIGHLIGHTS:
La parte più rock della serata è stata quando il cantante si è dato una chitarrata sulla tempia da solo, nello sfilarsi lo strumento e si è ritirato per un secondo nel backstage. Sarebbe stata una fine divertente per un concerto indifferente. Invece no. Dopo è tornato.
Autore: Olga Campofreda
www.myspace.com/thecinematics