Ci sono tanti modi per affrontare il dramma di una guerra che sta dilaniando il proprio Paese, la propria casa ed i propri affetti. Ci sono le sedute psicoanalitiche, c’è il restare traumatizzati, la pazzia oppure si possono esorcizzare questi fantasmi con la musica. Quest’ultima scelta è stata fatta da Nadine Khouri, cantante libanese, che in seguito al conflitto nel suo paese è scappata a Londra, dove un po’ nella sua stanza ed un po’ in studio ha registrato una manciata di canzoni, che sono state pubblicate in due ep. “A song to the city” è il primo di questi due. In questi cinque brani la Khouri mette in mostra le sue doti vocali, accostabili a Rickie Lee Jones, ma anche al Jeffrey Lee Pierce meno sofferente, accompagnata da una musica che parte dall’alt country, per evolvere in territori pop evocativi, alla maniera degli Arcade Fire. L’artista libanese riesce anche a farsi apprezzare per brani dal forte sapore introspettivo ed avvolgenti. Un vero talento, che per fortuna non si è fatta soggiogare dal conflitto bellico.
Autore: Vittorio Lannutti