David di Donatello: Virzì, favorito con “La prima cosa bella”, lancia la sfida alla grande famiglia del cinema italiano. Tornatore in testa
Chissà se Giuseppe Tornatore, dopo i vani tentativi a Venezia e in giro per il mondo, riuscirà a conquistare almeno un David di Donatello.
Non sarà facile per il kolossal siculo- tunisino ottenere il premio come miglior regia e tanto meno quello come miglior film visto il calibro dei concorrenti: Marco bellocchio con Vincere, Giorgio Dritti con L’Uomo che verrà, Ferzan Ozpetek con Mine Vaganti e Paolo Virzì con il suo La prima cosa bella. Quest’ultimo è il titolo che ottiene il maggior numero di nomination, ben 18.
Oltre al premio per il miglior film e la migliore regia, il film del regista livornese gareggia per quelli come migliore attore e migliore attrice protagonista (Valerio Mastrandrea, Micaela Ramazzotti e stefania Sandrelli); migliore attore e miglior attrice non protagonista (Marco Messeri e Claudia Pandolfi); miglior direttore della fotografia, Nicola Pecorini; miglior musicista Carlo Virzì e miglior canzone originale con 21st Century Boy; miglior scenografo, acconciatore, costumista, truccatore, acconciatore, fonico di presa diretta, migliori effetti speciali visivi e miglior montaggio. Praticamente, la “Prima cosa bella” ha fatto l’en plein di candidature. Al film di Virzì mancavano solo le candidature come miglior film dell’Unione Europea – a cui, tecnicamente, poteva aspirare – e che invece vede fronteggiarsi “Il concerto” di Radu Mihaileanu, “Il nastro bianco” di Michael Haneke, “Il profeta” di Jacques Audiard, “Soul kitchen” di Fatih Akin e Welcome di Philippe Lioret e quella come miglior film straniero (“A Serious Man” di Joel & Ethan Coen, “Avatar” di James Cameron, “Bastardi senza gloria” di Quentin Tarantino, “Invictus” di Clint Eastwood, “Tra le nuvole” di Jason Reitman). Anche “L’Uomo che verrà”, uno dei film rivelazione di quest’anno ottiene un folto numero di nomination. Ben 15.
Oltre a quello per la migliore regia e il miglior film, il film di Diritti contende a Virzì i premi per la migliore attrice protagonista, Greta Zuccari Montanari; migliore attrice non protagonista, Alba Rohrwacher; miglior direttore della fotografia, miglior musicista, scenografo, costumista, truccatore, acconciatore, fonico in presa diretta, montatore, effetti speciali. Il film di Diritti è inoltre candidato anche per il premio Donatello Giovani insieme a Baarìa di Giuseppe Tornatore; “Baciami ancora” di Gabriele Muccino; “Genitori e figli:) agitare bene prima dell’uso” di Giovanni Veronesi; “Io, loro e Lara” di Carlo Verdone.
Il premio per il miglior regista esordiente se lo contendono Claudio Noce con Good Morning Aman; Susanna Nicchiarelli con Cosmonauta; Valerio Mieli con Dieci inverni; Marco Chiarini con L’uomo fiammifero e Giuseppe Capotondi con La doppia ora. La bocca del lupo di Pietro Marcello; Hollywood sul Tevere di Marco Spagnoli; “L’isola dei sordobimbi” di Stefano Cattini; “The One man beatles – Cercando Emitt Rhodes” di Cosimo Messeri e Valentina Postika e “In attesa di partire” di Caterina Carone si contendono invece il premio per il miglior documentario.
Autore: Michela Aprea