Ragazzi, suvvia, è vero che l’esperienza c’ha ben insegnato che al peggio praticamente non c’è limite e al meglio invece sì (il limite al meglio è stato fissato per sempre dal gol di Maradona contro l’Inghilterra – il primo non il secondo). Però, ari-suvvia, non bisogna approfittarne. La irredimibile tirannia della schifezza che i Bomba Bomba hanno saputo infornare in “Bomba libera tutti” parte dal verdeoro itterico della copertina, sorvola imbelle l’intera tracklist e spira indifferente tra le pieghe di “Channel Dub3” rifatta da Mad Professor, l’ultimo pezzo; e non è detto che un remix di Mad Professor possa sempre cambiare l’acqua in vino.
Suonano otto pasquinate i cui testi, sciorinati su un piccolo dub di circostanza, sono stati scritti in cucina aspettando che la pasta bolle e che Cesara Buonamici la smetta di sorridere. “Se questo amore sarà, lo sapremo nell’aldilà” cantano a un certo punto. Ma che è, Paolo e Francesca Castrocaro edit?
Niente snobismo all’attacco dei Bomba Bomba: il sottoscritto lo può ben dire, ne ha i titoli. E’ addirittura additato come il teorico del duo toscano, avendone sfrarzosamente recensito e difeso col coltellino svizzero tra i denti “Buona Pesca EP” e “Cowboy” (consultare archivio Freak Out, please).
Quest’ultima fatica, invece, ercolina proprio non è. Svogliata piuttosto: stavolta, trascurando l’esercizio di stile reggae-bomba, si è confidato troppo nella negromanzia dub dei Dubital, arrangiatori e produttori d’eccezione, che però non ha fatto il miracolo. La demenzialità ficcante e sardonica del tempo che fu abbocca all’amo del qualunquismo, un po’ come l’ultimo Ken Loach. Si salva solo la storica “Confusione”.
La prossima volta – come hanno bisbigliato tra loro i porporati dopo il recente conclave – andrà sicuramente meglio, anche se al peggio…
Autore: Sandro Chetta