Marlene Kuntz, Bandabardò, La Crus, Audio Bullys, Africa Unite, Linea 77, Daniel Johnston, Persiana Jones…sono solo alcune delle bands e degli artisti che hanno allietato genovesi e non nella quattro giorni (più anteprima del 3 Luglio) di musica dell’edizione 2003 del Goa-Boa.
La rassegna genovese si conferma tra le più interessanti tra tutte quelle che imperversano durante i mesi estivi nella nostra Penisola, soprattutto per lo spazio che dedica ai gruppi indipendenti ed emergenti della scena musicale italiana ed internazionale.
Questo è il principale merito da riconoscere agli organizzatori, ai quali bisognerebbe fare un… monumento per la capacità che dimostrano ogni anno nel trovare nuovi spazi per ospitare la rassegna: in sei edizioni del Goa-Boa quest’anno si è suonato nella quinta sede diversa, ed in una città come Genova, dove gli spazi fruibili per la musica sono, a dir poco, carenti ed evidentemente temporanei, questo è segno di una inventiva e di una capacità di arrangiarsi quasi “partenopea”!
Questo anno è toccato alla Fiera del Mare ospitare i 44 gruppi che hanno coperto le giornate del festival suonando a partire dalle prime ore del pomeriggio per finire a mezzanotte passata mentre ogni giorno gli “Special Dance Events” chiudevano le serate con dj set per soddisfare anche gli spettatori più “resistenti”.
Sono state numerose le esibizioni degne di nota ma la più “spiazzante” è stata sicuramente quella di Daniel Johnston: assistere al suo show è stato un grandissimo privilegio per il pubblico presente, ma probabilmente la gran parte dei spettatori si sarà chiesta: “Chi sarà mai quel ciccione di mezza età che si presenta sul palco vestito con pantaloni della tuta e t-shirt scolorita, accompagnato solo dalla sua chitarra e dalla sua tastiera?”.
Negli U.S.A., e non solo, il nostro Daniel è oggetto di vero culto; fino a non molto tempo fa registrava la sua musica su cassette che poi regalava per strada! Kurt Cobain fu il primo a scoprirlo, Lou Reed ed Eddie Vedder sono suoi grandi fans, e l’avere avuto una dimostrazione diretta del suo folle, visionario ma assolutamente unico mondo musicale ci ha dato emozioni di rara intensità.
Altra “sciccheria” di questo Goa-Boa è stata l’esibizione degli Zebda; l’ensamble di Tolosa, celebre per il suo impegno socio-politico che li ha portati a fondare una lista civica ed ad ottenere dei seggi nel consiglio comunale della città francese, ha portato a Genova il suo mix musicale che spazia dalle sonorità arabeggianti a quelle hip-hop, riuscendo a far danzare vorticosamente i presenti.
Impresa riuscita perfettamente anche ai Jarbanzo Negro, gruppo spagnolo (anzi galiziano) che ha travolto il pubblico con uno spettacolo ricco di trovate spettacolari (un brano è stato suonato con l’ausilio addirittura di una sega da falegname!) e di musica che fondeva influenze diverse, in puro stile Manu Chao che, non per nulla, è un loro grande fan.
Notevole anche, per parlare dei gruppi di casa nostra, anche il live-act dei Marlene Kuntz che hanno dato un ottimo assaggio di rock italico di grande impatto, suonato da una band che sa davvero cosa significa stare sul palco, guidata da un frotliner, Cristiano Godano, degno di questo nome. A questo proposito dobbiamo dire che l’inevitabile confronto con Skin , che si è esibita subito dopo la band piemontese, accompagnata dal suo nuovo gruppo, si è rivelato impietoso per l’ex Shunk Anansie; seppure Skin ci mettesse del suo, intorno aveva una band scadente, mentre i pezzi del suo nuovo album da solista si sono dimostrati veramente essere poca cosa.
Gran serata (potremmo definirla pro cannabis libera!) quella che ha accoppiato i giamaicani Morgan Heritage ai nostrani, ma giamaicani dentro, Africa Unite. I primi, una leggenda del reggae, hanno dato una vera e propria lezione di cultura Rasta, con tanto di simboli ed altarino presenti sul palco, mentre i secondi si sono, per l’ennesima volta, confermati una splendida e perfetta macchina reggae.
Citazione di chiusura più che meritata va alla Bandabardò, per la loro travolgente, soprattutto dal vivo, miscela fock-rock che ha trasformato il piazzale del Goa-Boa in una grande pista da ballo, ma anche per il loro augurio, rivolto al pubblico nei saluti finali:” Andate a casa felici, un altro giorno è passato…un giorno in meno di Berlusconi!!”
“Adda passa’ a nuttata” aggiungiamo noi.
Autore: Marco Presciutti