Jaufenpass è un progetto, un concetto virtuale di immagini sonore in chiave mnemonica. Una persona, unico anello di congiunzione tra pensiero e ambiente naturale, un ritaglio di suoni armoniosi, sinuosi, l’ebbrezza del vento sottile di xilofono…lo si sente camminare lungo il profilo di un tessuto più aggressivo, tagliente, come sfondo un sintetizzatore che talora ordina sussulti e riecheggi elettronici come battiti d’ali.
Elabora componimenti complessi sempre intrisi di una melodia tanto profonda e suadente da ipnotizzare e addolcire assieme. Fascinazione ambientale perfettamente riuscita…sorgono germogli dal terreno, il vento solleva foglie sottili nell’aria e lo sguardo si perde tra le cime dei monti…
Un vasto orizzonte, definito con cura attraverso un bel lavoro di packaging, illustrazioni grafiche…il tutto per offrire l’intero concetto sonoro e la persona “creatrice” come su di un vassoio di sensazioni impresse già di una certa immediata comprensione emotiva. Sembra di trovarsi avanti ad una colonna sonora con una cura quasi maniacale per il dettaglio.
Per taluni aspetti il disco appare più come qualcosa di multimediale, un’istallazione, piuttosto che un album dai fini ad esso correlati, benché non vi siano immagini video annesse al progetto.
”Wildflowers” ricorda una ballata cerimoniale giapponese sporcata di squarci rumoristici.
Un loop monovocale di una nota su armonica, feedback in dissolvenza: ”Flight IG974” è la rappresentazione, come nella vita di un momento quasi schizofrenico, di due diversi tessuti sonori, due fonti, che coesistono assieme per dar vita ad un caos ben delineato, sempre suadente e sempre in evoluzione come fosse infinito, in perenne rigenerazione.
Nel complesso, il risultato a mio parere è ottimo, poiché nella quiete di un pomeriggio invernale esso stimola riflessioni come nuove, rinfrescando senza alcuna fonte di nera visione, e sollecita i sensi alle immagini più libere…quasi sospinte da un aurea di purezza…sperando che queste motivazioni, e con esse la sperimentazione creativa, non si esauriscano. Ripongo fiducia.
Autore: Lorenza Ercolino