Denise Galdo, giovane cantautrice salernitana (da pochissimo uscita con la prima pubblicazione “ufficiale”, l’EP “Carol of Wonder”) che abbiamo il piacere di seguire sin dagli esordi, intervista una delle sue artiste preferite, Sara Lov, già cantante dei Devics, ora all’esordio da solista, con cui condividerà il palco del Circolo degli Artisti di Roma il prossimo primo maggio.
Sara, sono lieta di porti alcune domande sul tuo nuovo lavoro solista. Quando me l’hanno proposto ne sono stata lusingata perchè ti stimo moltissimo. Cercherò per questo di cogliere i significati più profondi di questa tua nuova condizione di solista, per arrivare a mostrare anche agli altri le sfaccettature di una grande artista e meravigliosa donna al contempo.
Ciao Denise, E’ fantastico che sarai tu a farmi l’intervista, ok partiamo!
Il 3 aprile è uscito il tuo primo cd solista intitolato “Seasoned Eyes Were Beaming” (Nettwerk). Ecco, potresti spiegarci il significato del titolo e cosa rappresenta per te? Potresti spiegarci la relazione tra “Seasoned eyes” e “The young eyes” che poi è il titolo dell’ep che precede il disco?
Entrambi i titoli sono presi dal testo della canzone “Seasoned eyes were beaming”. Sto riflettendo molto sull’idea di rimanere attaccati all’idealismo dopo aver perso l’innocenza. Sento che diventando grande desidero quelle cose che mi fanno vedere e sentire il mondo attraverso nuovi occhi o addirittura attraverso gli occhi di un giovane. E’ un tema sul quale torno spesso. Quindi con “Seasoned” intendo più vecchia, più saggia e perciò forse non facilmente sorprendibile e con “Beaming” intendo splendente, radioso, pieno di emozioni positive, felice. Parlo dei momenti in cui succede qualcosa di meraviglioso e costringe i miei vecchi occhi a cambiare e vedere di nuovo attraverso una prospettiva più giovane ed innocente. Questo mi succede di solito quando ascolto musica, guardo un film o leggo un libro che amo. Anche avere accanto a te le persone giuste aiuta a riportare indietro questi momenti magici.
Come stai vivendo questa prima esperienza solista? Ti senti più “completa” ad aver concepito da sola questo disco?
Sì, penso di essere riuscita in qualcosa che pensavo non sarei mai riuscita a fare da sola. Ovviamente però sono stata aiutata molto. E’ stata un’esperienza molto positiva. Mi sento in qualche modo come se stessi ripartendo dall’inizio ma, con tutto quello fatto in tutti questi anni con i Devics, è come se stessi ripartendo in un luogo migliore. Ora so molto di più su altri aspetti della musica come quello commerciale e quello artistico. Sono cose che per impararle ho impiegato anni.
Sappiamo che questo nuovo lavoro è stato prodotto da Zac Rae che ricordiamo ha già lavorato con My Brightest Diamond, Fiona Apple, in più è stato missato da Darrell Thorp (Radiohead, Beck), con la partecipazione anche di Alex Brown Church (Sea Wolf) e Solon Bixler (Great Northern), bene, puoi dirci com’è stato lavorare a questo disco con queste persone? Com’è nata questa collaborazione con Zac? Tra l’altro ricordiamo che con i Devics invece ti sei trovata a lavorare con Simon Raymonde della Bella Union, anche lì un altro grande nome!
Sono stata così fortunata! Ho incontrato Zac Rae grazie ad Ed. Maxwell (il bassista dei Devics, ndi). Un paio di anni fa ho deciso di fare questo progetto e cercavo la persona giusta con cui registrare. Dopo aver incontrato molte persone mi è stato presentato Zac. Sono andata al suo studio e abbiamo provato una canzone ed è andata molto bene. Siamo entrati subito nella giusta sintonia. Eravamo entrambi molto felici di lavorare insieme e siamo diventati davvero grandi amici. E’stato lui a coinvolgere Darrell Thorp per il missaggio, cosa che per me è stata un onore. Io ed Alex siamo davvero grandi amici, mi piace così tanto la sua voce e volevo fare un duetto con lui. Gliel’ho chiesto addirittura prima che il brano fosse stato ancora scritto. Quindi quando ha detto sì ho finito in fretta in modo che avrebbe avuto il testo da cantare. Solon è anche un altro amico che conosco da anni. E’ uno dei chitarristi più incredibili in circolazione, secondo me. Sono stata davvero felice che abbia deciso di suonare: le cose che ha fatto su “A Thousand Bees” sono fondamentali per il suono della canzone. Le amo. Per quanto riguarda Simon Raymonde, lui è il proprietario di Bella Union, che è stata l’etichetta con cui erano i Devics. Dustin e io eravamo entrambi grandi fan dei Cocteau Twins quando eravamo più giovani, quindi ritrovarsi a suonare con lui era abbastanza incredibile. Voglio dire, essere sul palco e guardarlo suonare le sue splendide melodie davanti a te, wow!. Non so come abbia avuto questa fortuna.
Qui in Italia manca completamente l’immagine della “grande indipendente” come ad esempio la Bella Union, la One little indian, Fat Cat ecc. Quanto credi sia importante il ruolo dell’etichetta per un artista e cosa ne pensi delle major? Cosa consiglieresti ad un’artista emergente?
Questo è un momento molto interessante per la musica. Internet da l’incredibile opportunità di raggiungere così tante persone. Molti artisti fanno tutto da soli ma credo che le etichette siano ancora essenziali perchè significano avere un team di persone che lavorano al tuo posto. Non credo che ci sia una soluzione. Sembra che gli artisti di successo abbiano raggiunto la loro fama in così tanti modi diversi che è difficile sapere quale sia la strada migliore o quella giusta. E’ sicuramente una faccenda complicata. Ci sono un sacco di persone che non pagheranno mai per la musica, perchè puo essere scaricata gratuitamente e questo rende il fare soldi nel mondo della musica una grande impresa. Mi piace avere un’etichetta perchè gestivo l’etichetta dei Devics (la Splinter records) ed è un lavoro cosÏ grosso già per una sola band che preferisco avere l’aiuto di un’etichetta e così avere più tempo per essere un’artista.
Sara, ti abbiamo vista con i Devics calcare il palco con grande dolcezza ma allo stesso tempo con grande tenacia. Riesci a suonare molti strumenti ma principalmente qualì è lo strumento base che ti aiuta magari nella composizione dei brani?
Io scrivo con la chitarra. Ma mi sono sempre considerato più una cantante che una musicista. Io non sono una grande chitarrista, ma suono abbastanza bene per poter scrivere delle canzoni. Faccio molto affidamento su altre persone per creare i pezzi. La parte più grande nel rendere le canzoni come dovrebbero essere la fa Zac Rae.
A volte mi capita, con il mio progetto, che da un’immagine o un racconto, una favola o addirittura un sogno, io tragga ispirazione per un testo. A volte mi capita che preceda anche la parte strumentale. In genere quali sono gli step di creazione di una canzone, cosa nasce per primo il testo o la musica? Da cosa trai ispirazione?
Sono quasi sempre ispirata prima dalla musica. Trovo la musica, poi la melodia e la melodia poi ispira il testo. Provo a pensare quale mood ha la melodia e cosa vuole dire e poi vengono le parole. A volte, invece, come nella mia canzone “Mountain”, è venuto prima il testo. Ho scritto questa canzone in Italia mentre stavo uscendo dal mio appartamento. Ho scritto le parole e poi l’ho cantata. Ho dovuto capire come suonarla solo dopo averla scritta.
Presto tornerai in Italia con un nuovo tour, sono curiosa di sapere con che formazione ti vedremo e già aspettiamo e ci lecchiamo i baffi! Come definiresti le tue scorse tournèe in Italia? C’è qualcosa che ti ha particolarmente colpito?
Mi piace suonare in Italia. Mi sento molto vicina al pubblico. Forse è perchè sono stati sempre così calorosi con me. Le ultime volte che c’abbiamo suonato con i Devics eravamo tristi perchè non potevamo permetterci di portare tutta la band, anche se avremmo davvero voluto. Questa volta, sarà in tour con due persone. Scott Mercado al piano e al violoncello Buffi Jacobs. Scott suona anche nei Black Heart Procession e Buffi nei Polyphonic Spree.
Su youtube ci sono molti video di te e Zac che suonate in un appartamento e interpretate una serie di cover, tra l’altro mi sono emozionata molto a sentire a versione di “Asleep” degli Smiths. Come mai questa idea di fare queste covers series?
Perchè sono una fan prima di tutto. Amo cantare canzoni di altre persone. E’ così che ho imparato (e continuo ad imparare) a cantare. Anche perchè, dopo aver fatto un paio di cover alcune persone a hanno iniziato a mandarmi messaggi con suggerimenti, così ho pensato che sarebbe stato davvero divertente farlo su youtube … low budget e divertente.
Cosa ne pensi degli House Concert? Qui in Italia sembra stia nascendo questo nuovo fenomeno, ma tu hai mai fatto degli House concert? Quanto credi sia importante “la camera” nella creazione del pezzo? Per me è un elemento fondamentale, è come se in camera si creasse una piccola magia che contribuisce fortemente alla creazione di ogni pezzo.
Non ho mai fatto un house concert ma mi piacerebbe farne uno. Sono pienamente d’accordo con te, l’atmosfera in cui si crea è fondamentale. Sono una persona molto “visiva”, quindi devo sentirmi bene nello spazio dove lavoro e aiutarmi nel trovare ispirazione.
Abbiamo molto apprezzato il video di “New York” a cui ha lavorato Marco Morandi con il quale avete lavorato anche come Devics per il pezzo “A secret message to you” (pezzo incantevole) e anche Dustin ha alcuni video del suo progetto solista pianistico elaborati dallo stesso autore. Ma com’è nata questa collaborazione? Come nascono questi particolari immaginari che ci mostri in questo ultimo video?
Io e Marco abbiamo parlato molto del video e abbiamo deciso che avrebbe animato i miei disegni. Io avevo un paio di idee ma la maggior parte dei video viene dalla fantasia meravigliosa di Marco. E’ un artista dal talento eccezionale. Mi piace quello che fa e sono molto soddisfatta di quello che ha fatto per “New York”. Ha disegnato la maggior parte dei disegni del video.
Ho notato che molti pezzi del nuovo album hanno come tematica principale l’amore, come “Touched” o “Tell me how”, e molto spesso si tratta di testi anche un po’ malinconici, perchè questa malinconia?
Ultimamente ho sentito questa frase: ogni relazione che hai fallirà fino a quando una non lo farà. Non so se ha senso in italiano ma in inglese è perfetta. Quindi immagino di non aver trovato ancora la persona giusta per me. Scrivo i miei testi pensando spesso all’amore come tematica. Tendo a scrivere anche da una prospettiva abbastanza negativa, quindi penso che quando avrò trovato quella persona con cui sono felice e con cui passerò la mia vita, probabilmente parlerò di altro.
In conclusione, ringraziandoti immensamente, vorrei porti l’ultima domanda: ci sono in questo disco brani più eleganti e particolari come “Old friends” e pezzi più decisi e anche più pop come “A thousand bees”, come ti senti rappresentata da queste canzoni? Riescono tutte queste influenze presenti nel disco a rappresentarti completamente come persona, magari delineando così in tutte le tue sfaccettature?
Lo spero. Io amo suonare con la band al completo perchè canzoni come “A thousand bees” prendono veramente vita con la batteria e tutto il resto. Le canzoni più calme però suonano veramente bene suonate solo da due persone. Penso che siano tutte una parte di me.
Ti ringrazio, a presto Sara.
Grazie a te! Il piacere è stato mio!
Autore: di Denise Galdo / traduzione a cura di Luca Severitano
www.saralov.com