La notizia era nell’aria. Da almeno sei mesi circolavano indiscrezioni circa la reunion di una delle più importanti formazioni dell’indie-rock americano degli anni ’80 e ’90, i Dinosaur Jr. Adesso quei rumours sono diventati una piacevole realtà.
Così, a un anno esatto dalla reunion dei Pixies, un’altra delle band di punta del rock alternativo a stelle-e-strisce ritorna in pista, con un lungo tour estivo negli Stati Uniti e un’appendice di concerti anche in Europa, Italia inclusa.
E se negli ultimi quindici anni la sigla Dinosaur Jr. è stata indissolubilmente legata al nome di J. Mascis (dal 1989 leader e titolare unico di quell’inconfondibile marchio sonoro), la vera notizia sta nel fatto che questa reunion vedrà di nuovo assieme la line-up originale della band. Ovvero lo scontroso Mascis, il batterista Murphy e il bassista Lou Barlow, altro pezzo da novanta della scena underground americana con Sebadoh e Folk Implosion. «Certo, c’è un po’ di tensione», ammette Mascis. «Non abbiamo trascorso molto tempo assieme, ma le cose dovrebbero funzionare».
Intanto, con tempismo perfetto, l’etichetta londinese Sweet Nothing ha deciso di fare un regalo a tutti i fans della band, ristampando i primi tre epocali lavori dei Dinosaur Jr, da tempo fuori catalogo e praticamente introvabili: “Dinosaur” (1985), “You’re Living All Over Me” (1987) e “Bug” (1998). Tre album con cui il terzetto di Amherst riscrisse la grammatica rock, tirando fuori delle imbattibili melodie pop nascoste sotto una spessa coltre di feedback e distorsioni. Una formula, questa, che si intravede già nel primo disco pubblicato all’epoca dall’indie-label Homestead. Ad ascoltarlo oggi “Dinosaur” colpisce ancora per la spontaneità d’intenti e per una serie di idee, qui appena abbozzate, che troveranno più compiuta e matura definizione nelle prove successive. Ad ogni caso già si scorgono chiaramente gli elementi-chiave della formula sonora del gruppo: la voce pigra e indolente di Mascis, un impianto ritmico di rara efficacia e un chitarrismo noise sempre sopra le righe.
Già l’attacco dell’iniziale “Bulbs Of Passion” è paradigmatico di una formula che riesce a frullare le influenze dei tre: l’hardcore punk, il rock classico à la Neil Young e persino certe sfumature metal. Episodi di pop narcolettico come “Cats In A Bowl” o la splendida “Severed Lips” rappresentano, poi, il tratto distintivo dello stile Dinosaur Jr. Quanto basta ad attirare l’attenzione della SST, in quel momento l’etichetta indipendente più importante degli States, per la quale i giovani dinosauri realizzano due album splendidi e, a loro modo, fondamentali: “You’re Living All Over Me” e “Bug”. Due dischi che si riveleranno determinanti nella definizione di ciò che oggi conosciamo come alternative rock. Rumore e introspezione, melodie pop e chitarre sempre al limite della saturazione.
E un obiettivo preciso: coniugare la lezione dei classici con un approccio assolutamente nuovo. Nascono così canzoni quali “Little Fury Things”, “Kracked”, “Sludgefeast” – l’imbattibile triade iniziale di “You’re Living All Over Me” – in cui una fetta della nuova gioventù underground si riconosce per attitudine, gusto musicale e affinità di pensiero. L’anno successivo è la volta di un nuovo disco e i Dinosaur sfornano il loro capolavoro: “Bug”. L’album si apre sulle note di “Freak Scene”, una delle canzoni più brillanti dell’indie-rock americano. Un perfetto concentrato di melodia e aggressività chitarristica. Si capisce subito che la capacità di scrittura del terzetto ha raggiunto un nuovo punto di equilibrio, tra un versante pop e uno di chiara matrice noise. La voce distaccata e affascinante di Mascis, il dinamismo acquisito dalla sezione ritmica e l’uso della chitarra (a tratti tagliente e velenosa, più spesso suadente) descrivono una formula sonora pressoché perfetta. Se “They Always Come” e “Pond Song” sono splendi esempi di rock introspettivo e spezzacuori, l’essenza del sound della band è racchiusa nei tre minuti e mezzo di “Let It Ride” con una chitarra che irrompe letteralmente, creando un muro di suono al contempo lirico e distorto.
“Bug” sarà l’ultima prova dei Dinosaur Jr. in formazione originale. A nemmeno un anno dalla sua uscita, le tensioni latenti tra J. Mascis e Lou Barlow esplodono clamorosamente e quest’ultimo abbandona il gruppo per dar vita ai Sebadoh prima e ai Folk Implosion in seguito. Non molto dopo anche il batterista Murphy lo segue, lasciando che i Dinosaur Jr diventino la creatura del solo Mascis. Il quale proseguirà una brillante traiettoria artistica, raggiungendo altre vette musicali – e di successo – con opere di grande spessore come “Green Mind” (1991) e “Where You Been” (1993). Ma questa è già un’altra storia.
Autore: Roberto Calabrò
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