Il trio londinese bar italia ha avviato la carriera in sordina, evitando i riflettori e pubblicando i primi due dischi per la World Music di Dean Blunt, passati piuttosto inosservati. Ora hanno firmato per Matador, pubblicando due dischi nel 2023 con “The Twist” che segue di sei mesi “Tracey Denim” album arrivato a dare una precisa fisionomia alla loro musica.
Il primo pensiero riguarda il perché il gruppo abbia scelto di proporsi nuovamente a così breve distanza di tempo con un disco che non aggiunge alcun elemento di novità rispetto al lavoro precedente che già non aveva brillato, visto che ripercorre strade già largamente battute negli anni Novanta dall’alternative chitarristico soprattutto statunitense, sul quale viene innestati un cantato dream pop che alterna voce maschile e femminile in un’alternanza apparentemente accattivante, ma che difficilmente lascia tracce da ricordare.
il trio composto da Nina Cristante, Jezmi Tarik Fehmi e Sam Fenton prova così a battere il ferro finché è caldo con un disco che seppure piacevole all’ascolto, sfila via brano dopo brano, senza lasciare significative tracce che invoglino ad un ascolto ripetuto. “The Twist” alterna brani spinti e accattivanti come “My Little Tony” e “Worlds Greatest Emoter” ma è maggiormente incentrato sul tema della ballata ombrose dove vengono raccontate storie d’amore non idilliache e viste spesso da una prospettiva esterna e distaccata che tende a mettere in risalto uno stato d’animo dolente ed oscuro. Emblematica in questo senso e la “quasi” title track “Twist”.
Il tono dimesso presente in molti brani dell’album dà il senso come di trovarsi davanti a qualcosa di incompiuto, del vorrei ma non posso, oppure del volere mantenere di proposito un clima svogliato che mantenga il gruppo in quell’aura di mistero che si porta dietro si dagli esordi, ma la realtà è che mancano guizzi creativi che possano elevare dischi come questo rispetto ad altri. Ci troviamo purtroppo davanti ad un’occasione sprecata.
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