Credo di aver consumato la mia copia su cassetta di “Gentleman” degli Afghan Whigs sino all’inverosimile. Ogni volta che dal walkman uscivano quelle note così cariche di pathos, dove l’urgenza del rock in odor di grunge veniva esaltata dall’ugola soul di Greg Dulli, mi pareva di aver scoperto un tesoro inestimabile. Da allora il gruppo statunitense ha inanellato altri album senza mai raggiungere quegli inebrianti livelli, giungendo così alla soluzione più logica: lo scioglimento. L’unico componente ad aver intrapreso una percorso musicale significativo è stato ovviamente il loro leader Greg Dulli che, sotto lo pseudonimo di Twilight Singers, ha da poco edito il suo secondo album “Blackberry Belle”. Mentre nel precedente episodio, ”Twilight As Played By The Twilight Singers” grazie alla partecipazione dei Fila Brazilla, gli elementi elettronici erano più presenti, in questa occasione sembra di avvertire un deciso ritorno alle atmosfere del passato. Coadiuvato da una sfilza di amici/ospiti, Dulli cerca di creare un universo sonoro che faccia coincidere il suo amore per la black music ed il rock. Laddove prima tutto ciò nasceva da una apparente urgenza espressiva, ora la ragione sembra avere la meglio sul sentimento, in quanto ogni traccia viene arrangiata in maniera sovrabbondante, quasi che gli accorgimenti tecnici servano a nascondere il fatto che più di un brano lascia abbastanza indifferenti. Solo di rado il cuore sanguina a dovere, come avviene nella splendida e conclusiva “Number Nine”, nella quale l’impasto tra le voci di Dulli e Mark Lanegan rende bene l’idea di “cantanti del crepuscolo”. Da artisti del calibro di Greg Dulli , però, è lecito pretendere qualcosa in più di un disco carino…
Autore: LucaMauro Assante