Ritornano gli svedesi Nasum e lo fanno nel migliore dei modi. “Shift” è un vero calcio nel petto, dato con la stessa violenza dei precedenti “Human 2.0”, “Inhale/Exhale” e “Helvete”. La proposta non cambia di una virgola: sempre grindcore puro, velocissimo e arricchito da una perizia d’esecuzione incredibile. Varia solo l’etichetta discografica, la Burning Heart che strappa alla Relapse questi magnifici musicisti. Come al solito la produzione dei Soundlab Studios del cantante/chitarrista Mieszko Talarczyk risulta perfetta e farebbe invidia a qualsiasi gruppo new metal. Dalla prima all’ultima canzone: delirio totale. Si parte fortissimo con “Particle” che subito chiarisce a tutti che ai Nasum interessa solo la velocità, l’estremismo e la potenza sonora. I riff sono taglienti e spessi come un muro, il drumming è paurosamente netto e vario. La presenza di un nuovo, secondo chitarrista sembra voler confermare che sono gli stessi, quelli di sempre e decisi a picchiare sempre più forte. “Shift” può configurarsi come un viaggio che ha come meta il raggiungimento del dolore cerebrale. Dopo le 24 tracce che compongono il disco è impossibile non sentirsi a disagio. I neuroni sono martellati costantemente, senza una pausa. Non mancano momenti maggiormente pensati, come i paurosi rallentamenti in “Circle Of Defeat” o gli inserti melodici di “Ros”. In definitiva riassumiamo “Shift” in tre parole: nichilismo, violenza, brutalità.
Autore: Andrea Belfiore