Una spettacolare scenografia fatta solamente di luci e fari rende l’atmosfera suggestiva e spaziale. Il palco immerso nel buio e i pochi fasci di luci presenti proiettano le ombre giganti degli strumenti.
Un’attesa spettrale, quindi, ma che diventa molto più calorosa all’entrata di Kazu Makino e dei gemelli Simone e Amedeo Pace, il cui loro arrivo fa scaldare il pubblico della sala di Santa Cecilia dell’Auditorium di Roma.
Ecco i Blonde Redhead nella loro seconda tappa nella capitale italiana.
Il trio italo-giapponese esordisce con le canzoni dell’ultimo album “Penny Sparkle”, in uscito il 13 settembre 2010. Il nuovo lavoro dei gemelli domina il concerto, ottava opera attesissima dal loro pubblico e dalla critica di settore.
Si capisce da subito come la band abbia deciso di evolversi rispetto al passato; le sonorità di Penny Sparkle trasudano melodie elettroniche da viaggio interstellare adattandosi perfettamente alla voce aliena e bellissima di Kazu, che non ha caso ha scelto un abbigliamento spaziale con pantaloni luccicanti e un maschera da cui scendono capelli biondi quasi a richiamare i personaggi di Guerre Stellari. Un’atmosfera che viene coadiuvata non solo da queste nuove sonorità, ma anche il fumo sul palco e i fasci di luce che creano un effetto bellissimo, da b-movie fantascientifico degli anni settanta.
Nubi artificiali e colorate avvolgono i musicisti sul palco e gli spettatori in sala che ad ogni pezzo vengono stupiti da effetti e colori nuovi.
Le canzoni si susseguono senza una scaletta ben precisa. Frasi sussurrate, intervallate da qualche timido “grazie” rivolto al pubblico, permettono ai tre di stabilire la successione dei brani.
Colpiscono “Spring And By Summer Fall”, “Melody” e “Falling Men”, ma l’apice viene raggiunto dalla toccante ritmica di “23”.
Un bel concerto, nel quale Kazu, Simone e Amedo, dimostrano di essere all’altezza dell’esigente pubblico romano, ma ciò che delude, o almeno, ci fa uscire dall’Auditorium con un po’ di rammarico è la brevità del concerto: un’ora e mezza di concerto e un bis non proprio generoso che non completano l’empatia che il trio aveva incominciato ad instaurare con i loro fan.
Forse questo è solo il sintomo del nuovo cambiamento dei Blonde Redhead; una nuova rotta che comunque vale la pena di seguire.
Una nota di merito ci sentiamo di esprimerla per Porcelain Raft, romano installatosi a Londra che ha aperto il concerto del trio americano. Canzoni semplici ma nient’affatto disprezzabili, che purtroppo in questa serata dell’Auditorium non ha avuto una giusta dimensione. Luci accese, brusio di sottofondo e i ritardatari che prendono posto.
Autore: Annamaria Gargani
www.blonde-redhead.com/