Un’americana esile, bianca, giovane e parecchio attraente, che suona la chitarra acustica come John Frusciante, Chris Brokaw o Jeoff Farina, è quello che proprio non t’aspetti. Il concerto napoletano di Kaki King al Rising South, è piuttosto affollato, e con una formazione a tre la ragazza propone le sue canzoni strumentali, fondamentalmente tutte costruite intorno ad un chitarrismo assolutamente funambolico, su cui ha un controllo totale, frutto di una tecnica e di una fantasia che colpirà tutti i presenti, anche coloro non tanto avvezzi alle complesse trame post rock e folk psichedeliche che il trio produce, grazie anche all’utilizzo di uno strumento strano: la tromba elettronica midi, suonata dal jazzista Dan Brantigan, ed in grado di produrre una gamma di suoni psichedelici molto vasta, soprattutto su qualunque tonalità, dai bassi più profondi sino a gelidi echi ambient simili a quelli del theremin. Sfilano le composizioni dai 4 album e 3 Ep pubblicati negli ultimi 7 anni dalla musicista di Atlanta, esplosa però a New York, dove iniziò esibendosi nella metropolitana. La mano sinistra di Kaki King è una tenaglia, la mano destra ha unghie lunghe più di 2 centimetri. L’impatto sulle corde dell’acustica è spesso deciso, e lo strumento è usato spesso come una percussione; ma spesso, tra accordi impossibili, prevale l’arpeggio post rock, nello stile di Tara Jane O’Neil; e poi slide, fingerpicking, armonici, un certo autocompiacimento, mentre i ragazzi – soprattutto i maschi – la guardano increduli suonare in quel modo invidibile; sorprendentemente anche parecchi riff, soprattutto nei pezzi più duri, in cui il batterista Matt Hankle fa la sua parte possente e tecnica. Una buona parte dello show – in cui soltanto 2-3 canzoni sono cantate – è costituito però da composizioni al limite dell’ambient e new age – uno dei suoi riferimenti assoluti è Michael Hedges – laddove il giovane e chiassosissimo pubblico del locale tenderà però a distrarsi molto. Ricapitolando: freak-folk – l’ombra di Ani Difranco, quella dei bei tempi, c’è, e si sente nella musica di Kaki King – poi post rock ed ambient, per una proposta una volta tanto piuttosto originale.
Autore: Fausto Turi
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