Reduci dal set milanese, dove hanno suonato prima di Weezer a Green Day, i quattro punks australiani hanno infiammato la Rocca Malatestana di Cesena con un po’ d’anticipo sulla tabella di marcia, dato che, purtroppo, è saltato il concerto dei Not Moving, che erano previsti in apertura. In cinquantacinque minuti Amyl and the Sniffers hanno sciorinato tutta la loro cultura punk, suonando e cantando come forsennati sedici brani tratti dai loro due album.
Amyl ha carisma da vendere, non ce n’è per nessuno. Si è presentata sul palco con un bikini giallo (con mutanda alta) e stivaloni in pelle nera vivendo tutti i brani sulla propria pelle. È un vero animale da palcoscenico, figlia legittima di Iggy Pop, agitandosi sul palco, ballando, muovendosi talvolta in modo sincopato o robotico, scimmiottando i culturalisti, attorcigliandoci il filo del microfono sul corpo, saltando, correndo e muovendosi come una gallina.
Dal canto loro gli altri tre non si sono risparmiati, infatti, se Bryce Wilson alla batteria gestisce il ritmo, passando senza soluzione di continuità dal punk all’hc, passando per il post-punk, Dec Martens alla chitarra dimostra di trovarsi a suo agio tanto con le schegge punk, quanto con sonorità più tendenti al metal e all’hard-blues, mentre Fergus Romer percuote il suo basso, preferendo suonare la parte più estrema delle corde.
Il pubblico ha si è fatto scaldare subito, sin dalle prime note di “Gacked on Anger”, ha spesso cantato in coro, soprattutto “Capital” e “Guided by Angels” ed è andato in visibilio per “Security“, “Some mutts (can’t be muzzled)” e per “Maggot”. È molto più che confortante constatare che il punk è vivo e vegeto!!!
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autore: Vittorio Lannutti