Sie Beasley (basso/voce), Mat Bethancourt (chitarra/voce) e Keith Beacom (batteria) sono i Josiah, incendiario gruppo hard rock-stoner britannico che pesta durissimo sugli strumenti. Completamante calati negli anni 70, sui loro binari chitarra-basso riescono a muoversi al tempo stesso pesanti e veloci, ed i tre rifiutano come la peste qualsiasi retaggio doom o psichedelico in grado di rallentarli e distrarli dall’investire in pieno l’ascoltatore.
Nessun riferimento satanistico, inoltre: qui soltanto birra, hashish, bionde rifatte ed auto veloci a stimolare i nostri sensi vulnerabili. Ci ricordano gli alcolici Fu Manchu, i malvagi Nebula, i paganissimi Atomic Bitchwax, per proporvi discreti termini di paragone contemporanei, ma è chiaro che i nostri tre studiavano a memoria già alla scuola materna i megariffoni di chitarra (che goduria ‘Black Country Killer’ e ‘Keep on Pushing’: sono due boogie irresistibili) delle divinità a zampa d’elefante di 30 e più anni fa: Richie Blackmore, Toni Iommi, Lemmy e Leigh Stephens (Blue Cheer), ed è a loro che i Josiah hanno giurato fedeltà assoluta; del resto avrete notato che “Into the Outside”, secondo loro album, ha un titolo letteralmente speculare a quell’“Outside Inside” secondo disco e capolavoro dei Blue Cheer, anno di grazia 1968.
Se anche voi come me, nei momenti più impensabili della giornata, vi ritrovate a canticchiare a mente ‘Woman from Tokyo’ dei Deep Purple piuttosto che ‘Evil Woman’ dei Black Sabbath, questo disco lo apprezzerete senz’altro; “l’Heavy Metal è soltanto una posa, l’Hard Rock un vero stile di vita”, affermavano i Motorpsycho sulla copertina di un loro disco: i Josiah questa regola la seguono alla lettera!
Autore: Fausto Turi