Nel campo artistico, c’è chi venderebbe l’anima al diavolo, pur di ottenere un po’ di attenzione. Altri, al contrario, pur avendo assaporato il successo di massa, decidono, ad un certo punto, di poterne farne a meno. Alan Wilder, per tanti anni è stata una delle colonne dei Depeche Mode, gruppo nel quale ha portato la sua perizia di musicista, arrangiatore e tecnico di studio di registrazione. Abilità che si sono affinate nel corso del tempo, dando alla band inglese una forma riconoscibilissima che sapeva tanto anche di sostanza… Nel 1995 le loro strade si sono separate a causa di rapporti interni ormai logori e Wilder si è potuto dedicare anima e corpo a Recoil, progetto di musica elettronica per lo più sperimentale, nato quando era ancora nei DM. Dopo quasi un quarto di secolo di carriera in solitaria e cinque album alle spalle, Wilder si guarda ora indietro confezionando “Selected”, sorta di riassunto delle precedenti puntate. Sorprendentemente il nostro ha annunciato che per la prima volta porterà il progetto Recoil in tour, programmando una serie di happening tra musica ed immagini che vedrà la partecipazione di ospiti a sorpresa in molte delle sue tappe (comprese Milano il 9 aprile presso i Magazzini Generali e Roma il 10 aprile al Circolo degli Artisti). Un personaggio così, quindi, non c’è lo potevamo far sfuggire:
Una domanda ovvia: perché hai deciso di pubblicare una “selezione” dei tuoi brani proprio adesso?
Suppongo che ora sia il momento giusto. Tutti i nuovi remix mi hanno ispirato musicalmente e pensando che il progetto Recoil ha raggiunto i venticinque anni di attività, mi sembrava appropriato sottolinearlo in qualche modo. Era una cosa che stavo valutando da tempo ed ero alla ricerca di una buona idea su come presentare Recoil dal vivo. Non avevo intenzione di mettere su una live band piuttosto avrei voluto creare una specie di film che accompagnasse il concerto. Negli ultimi anni, le moderne video camere hd e i semplici software di editing hanno reso fattibile ciò che avevo in mente. Inoltre credo di aver trovato anche le giuste persone con cui lavorare.
Ci sarà anche un’edizione speciale del disco che conterrà nuovi remix e versioni alternative. Agli albori i remix erano quasi sempre trasposizioni ballabili di un pezzo. Al giorno d’oggi, invece, non sono pochi i casi in cui essi sono diventati delle libere interpretazioni di una canzone. Visto che anche tu ti cimenti con i remix (ultimamente ti sei occupato di “I’m Undone dei Nitzer Ebb) come ti regoli di solito?
Personalmente non mi sono mai sentito legato ad alcun tipo di trend riguardo i remix. Sin dai primi tempi dei Depeche Mode, abbiamo cercato di creare interessanti versioni delle canzoni anzichè ridurle a semplici adattamenti dance che rimuovano ogni elemento identificativo del brano originale. Credo ancora oggi che i migliori remix siano quelli che offrano qualcosa in più rispetto alla canzone da cui sono estrapolati, pur contenendo molteplici tratti salienti di quel determinato pezzo. Ad ogni modo mi piace anche quando un remix è abbastanza differente dalla sua fonte, come è stato per lo “Swamp Mix” di “I Feel You”, realizzato da Brian Eno. Questo per me è un buon esempio sul come creare qualcosa di diverso dall’originale ed, al contempo, rendere evidente che è stato ricavato da una specifico brano.
In molti tuoi pezzi si nota una spiccata vena blues, tanto da esserti cimentato anche con una specie di cover “tecnologica” di “Shake ‘Em On Down” del bluesman Bukka White (sull’ album “Bloodline”del 1992, ndr.). Da dove nasce quest’interesse, visto che sei conosciuto dai più come grande esperto d’elettronica?
Sin da quando ero un teenager alla scoperta del rock & roll e del pop, sentivo la necessità di approfondire le origini di quei tipi di musica e ciò mi ha immediatamente ricondotto al blues ed al gospel. Uno dei primi modi che ho trovato per sfuggire alle classiche esercitazioni al pianoforte è stato quello di dedicarmi agli accordi di blues. Avrò passato ore intere al piano da ragazzo a trovare vari riff e progressioni di accordi di blues. Ritengo ancora il blues ed il gospel forse i più commoventi generi musicali di tutti e questi ingredienti, combinati con la moderna tecnologia musicale (dal campionamento all’editing digitale), creano qualcosa di nuovo ed interessante.
Hai spesso collaborato con artisti di spoken words. Quali sono le caratteristiche che ti intrigano maggiormente in questa forma di contributi?
L’approccio iniziale è sicuramente legato al tipo di voce. Quando ascolto un cantante o un poeta, solitamente, mi rendo subito conto se si adatta all’atmosfera musicale che intendo creare. E’ solo in un secondo momento che considero le liriche dal punto di vista dei contenuti.
Nei dischi di Recoil hai quasi completamente abbandonato il formato pop. Sei ancora convinto di questa scelta?
Non ho mai realizzato cose in cui non credevo. Non sono contro la commercialità di quel tipo ma il formato pop può risultare abbastanza limitante in quanto a struttura, atmosfera e profondità di un brano.
Due anni fa scrivesti una lettera aperta (“Music For The Masses- I Think Not”, che potrete trovare all’indirizzo www.side-line.com/news_comments.php?id=29675_0_2_0_C) sulla mutevolezza del mercato musicale e la posizione degli artisti al suo interno, oltre che sulle odierne storture delle compressioni e degli eccessivi volumi di registrazione degli album. Un specie di saggio, riguardante anche altri aspetti, che all’epoca trovai, personalmente, molto interessante. La pensi ancora così?
Il mondo della musica è in continuo cambiamento ed il mio articolo è già un pò datato. Alcune delle mie speranze sono diventate realtà, specie quelle attinenti realizzazioni con un maggior respiro artistico e via dicendo. Mi fa piacere che alcune compagnie discografiche inizino a rispettare questo modo di intendere la musica. La Mute, in particolare, sembra intraprendere nuovi tipi di approcci al marketing. Il fatto curioso è che sta tornando, concettualmente, ai tempi di quand’era un’etichetta indie. Per molti dei suoi artisti stanno attuando criteri innovativi, lavorando con differenti tipi di agenzie di marketing e licensing più creative, in un ottica indie e, in qualche modo, allontanandosi dal modo di operare della Emi, pur rimanendo sotto il controllo di quest’ultima.
Come vedi l’attuale scena elettronica? Secondo te c’è niente di interessante in giro?
Ho sempre amato diverse forme di musica, provenienti da epoche differenti, soprattutto, roba più vecchia. Alcuni dei nomi che potrei farti sono: U.N.K.L.E., Radiohead, David Bowie, Roxy Music, Elbow, Massive Attack, Morrissey, The Who, Kings of Leon, Goldfrapp. Cambiano ogni volta però…Ascolto anche molte colonne sonore.
Per la prima volta porterai il progetto Recoil in tour. Cosa dobbiamo aspettarci dai prossimi concerti?
Vieni ai concerti e scoprilo… Voglio far sapere alla gente che non si deve aspettare un concerto di tipo tradizionale. Diciamo più una presentazione audio visuale.
Poche settimane fa, sebbene per una sola canzone, sei tornado a suonare dal vivo con i Depeche Mode dopo molti anni: che emozioni hai provato nel farlo? Si è trattato di un episodio isolato o c’è qualcosa che bolle in pentola con i DM?
Mi è stato chiesto di farlo per il Teenage Cancer Trust e, ad ogni buon conto, è stata un’ottima opportunità per riaccendere una certa amicizia tra noi. E’ stata una splendida giornata ed è stato bello riassaporare la grande aspettativa di un numeroso pubblico che ti attende impazientemente. Non c’è quasi niente di meglio 🙂 Altri intenti non ci sono all’orizzonte.
Stai già preparando un nuovo album dei Recoil?
Ho cominciato a scrivere nuovo materiale, ma sono stato interrotto dalla realizzazione di “Selected” che è diventata molto più coinvolgente di quanto tu possa immaginare se consideri che è essenzialmente una compilation. Oggigiorno mi piace essere implicato in ogni dettaglio che riguarda un disco. Ciò comporta la progettazione di vari formati, artwork per ognuno di essi, remixare, rilavorare, rimasterizzare e rieditare tutto.
Oltre che organizzare le presentazioni dal vivo, lavorare con i registi dei film e più in generale l’attività di promozione e di PR. Tutte queste iniziative mi hanno portano via un sacco di tempo ma tornerò ad occuparmi del nuovo materiale, appena avrò finito con quello attuale.
Autore: LucaMauro Assante
www.recoil.co.uk – www.recoilogy.com – selected.recoil.co.uk