Sembrava che quelli alla Drag City per una volta non avessero voluto far le cose per bene, con questa copertina da etichetta di CD-R vergine malamente compilata, in guisa di registrazione di una studio session. Roba che manco più i demo, ormai.
Tutto ha un senso, come stiamo per vedere, e assoluzione con formula piena sia per la label di Chicago che per Liam Hayes aka Plush. Il quale, con appena due album (e un doppio singolo come esordio) in circa 10 anni di carriera, poteva anche provare a uscirsene con un nuovo album, no? Invece ecco “Underfed”, gioco di parole per descrivere il rewind alla fase pre-produzione di “Fed”, ultimo album di Hayes. E ci spieghiamo anche tutto circa la cover art come prima descritta.
Uscito su etichetta After Hours, ma mai ascoltato, l’album-madre non può fare da riferimento per questo para-album, che tuttavia, magagne di registrazione – comprensibili – a parte, non sfigura affatto come “prodotto finito”. Hayes dimostra di padroneggiare quasi come un giocattolino la materia pop-rock, trascendendo qualunque filone indie più o meno in auge per ispirarsi, voce piano e arrangiamenti di sua penna, a un cantautorato “classico”, tipico dei solisti ma in grado di realizzare un’ideale trasferta dei Beatles in terra di San Francisco, nel prima-durante-dopo Woodstock. Il succo di “Underfed” sta nell’alternanza tra la solarità e l’ottimismo che hanno accompagnato la coltivazione di quella cosmica illusione e il successivo crepuscolo che ha visto tutti gli attori scendere dal palcoscenico di quella rivoluzione per fare i conti con una realtà toccata sì da quegli ideali anche se, nelle intenzioni di tali protagonisti, non abbastanza. Il tutto sotto il denominatore di un approccio pop-orchestrale capace di indirizzare una varietà creativa sotto l’ampio ombrello di un concept: gli ultimi Beatles, per fare un paragone stilistico sensato, e segnatamente quelli di “Abbey Road”, con mente e mani già distanziati dalle allucinate iperboli del “White Album”.
A questo punto la descrizione degli episodi di “Underfed” può andare per la tangente, e non so quanto ne beneficerebbe il vostro interesse. E’ all’ascolto che va lasciato il compito di mirare meglio al bersaglio. Ed è un ascolto da preferire a molti, molti altri…
Autore: Bob Villani