La prima volta che ho ascoltato gli Offlaga Disco Pax è stato dal vivo, nel 2005, al Soundlab Festival di Roseto degli Abruzzi. Prima del concerto Max Collini si aggirava nell’area antistante il palco ed il suo aspetto ordinario ed anche un po’ antipatico mi fece immaginare potesse essere un blasonato giornalista, un addetto ai lavori. Poi più tardi salì sul palco ma quel faccione e quella voce monocorde che raccontava fatti un po’ alla Ferretti un po’ alla Clementi mi suscitò invece sensazioni ben diverse: dal primo ereditava solo l’accento, dell’abruzzese il senso della narrazione; non c’entravano nulla insomma. La nostalgia ed il distacco con cui Collini impostava le sue canzoni le rendevano troppo ironiche se non comiche, ed il gusto musicale minimalista ed elettronico, modernista direi, mi offrirono qualcosa di nuovo e interessante. Dopo il concerto acquistai il loro ‘Socialismo Tascabile’ al banchetto dei cd e cominciai a diffonderlo nel mondo. Dopo quelle prove tecniche di trasmissione ho saputo qualche mese fa del secondo album, ‘Bachelite’, che non ho voluto ascoltare prima di stasera proprio per rivivere quel piacere di tre anni fa, e cosciente che non sarei rimasto sorpreso come allora, devo dire che il piacere c’è stato comunque. Ho conosciuto così questi nuovi personaggi: Barbara di ‘Cioccolato I.A.C.P’, grazie alla quale si svela finalmente il mistero del Toblerone, Carlotta Superchiome, da bruciare col napalm se dovessi incontrarla, Morgana la vigilessa impietosa in ‘Dove ho messo la Golf?’, l’amico del padre e la sua telefonata di ‘Venti Minuti’ e i tossici strafatti del famoso campetto che giocano a tombola con gli anziani del centro sociale. E c’è anche qualche momento oggettivamente più drammatico, come ‘Sensibile’, in cui i nostri riprendono chiaramente la loro ideologia a bassa intensità pronunciandosi nettamente contro l’eversione nera dei vari Mambro e Fioravanti e di chi non ha voluto chiarire posizioni ambigue pur facendo musica come i Disciplinatha. La musica sostanzialmente non è cambiata, qualche fondale un pò più glitch e qualche giro più ipnotico. La acclamata ‘Robespierre’, nel bis, ha preso derive giocosamente dark essendo riproposta cupa e rallentata con espressione divertita di Collini come in ‘Tono Metallico Standard’, quando sul biiip sostitutivo del nome del ‘lurido clerk’ ce lo ha suggerito con le labbra, ovviamente invano. Gli ODP ci fanno divertire e con leggerezza anche un pò pensare.
Autore: A.Giulio Magliulo
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