Il 25 maggio 2023, all’Auditorium Novecento di Napoli (per un evento targato Rockalvi Festival, Main Out e Auditorium Novecento), Umberto Maria Giardini è stato protagonista di un’intensa performance, restituendo al pubblico un’ora e mezza (circa) di intima, forte e diretta “avanguardia” di alta caratura artistica.
“Camminando via dagli anni ottanta e dalla loro malinconia di burro” (parafrasando il Giardini di “Protestantesima“), il musicista marchigiano ci ha ricondotto, con poetica, onestà e sincerità espressiva, nello spirito di quel magnifico decennio che ha congedato il secolo e il millennio scorso: gli anni novata, decade oramai distante dai giorni nostri, ma che vive come marchiante ricordo e matrice per un’intera generazione.
Senza compromessi, ma fedele alla linea che ha caratterizzato la sua carriera, solo con voce e chitarra, Umberto Maria Giardini ha ricordato come sia possibile esprimersi ed emozionare con l’essenzialità totalizzante dei contenuti.
L’assenza di ulteriori strumenti a supporto delle esecuzioni, la dimensione live e l’acustica dell’Auditorium Novecento, hanno esaltato le caratteristiche vocali di Giardini, che ha cantato e riempito gli spazi con estrema brillantezza e purezza.
Parimenti, gli arrangiamenti per sola chitarra (“filtrata” con giusta misura) hanno offerto versioni alternative di altrettanto pregio dei brani rispetto alle registrazioni in studio presenti sui dischi; ne è stato esempio ecumenico la splendida “Alba boreale”, integra nel suo compiuto senso anche nelle parti “strumentali”. Con essa tanti acquerelli oramai divenuti classici e ascrivibili al gotha della canzone d’autore (non solo italiana) come “Luce”, “Il trionfo dei tuoi occhi”, “Anni luce”, “Pleiadi in un cielo perfetto”, “Tutto è anticristo”, “Le colpe dell’adolescenza”, “A volte le cose vanno in una direzione opposta a quella che pensavi” …
“Da un appartamento abusivo della sua mente” (parafrasando ancora Giardini), non sono mancati richiami alla produzione a nome Moltheni come con “E poi vienimi a dire che questo amore non è grande come il cielo sopra di noi”, “Tutte quelle cose che con ho fatto In tempo a dirti”…
Poco prima della fine del concerto, l’annuncio che è in fase di ultimazione il suo prossimo lavoro discografico “Mondo e Anti Mondo” (la cui uscita è in programma per dicembre) e da cui è stato presentato un’acustico inedito.
In chiusura, come bis, un omaggio alla musica degli anni novanta cristallizzato in “Head Down” dei Soudgarden.
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autore testo e foto: Marco Sica