In genere non sono entusiasta dei festival e delle iniziative che nascono nei club partenopei dove è noto che a farla da padrone è ancora la tecno, un genere che ha portato grandissimi nomi a Napoli ma che ha tuttavia limitato la scena elettronica riducendola a semplici one-night votate solo al divertimento senza accrescimento culturale di un pubblico seppur numeroso ma voùtato solo al “divertimento”.
I promoter della serata “…Woo!” invece cercano di impostare serate di qualità con l’esigenza di massa e che già avevano dato modo di far capire di avere idee in merito ospitando Nick Curly, Jhonny D e Sascha Dive, solo per citarne alcuni.
Tuttavia il colpaccio avviene con Nathan Fake, dove oltre ai “soliti” dj set degli indigeni JG Bros e JD, tocca al genietto di Norfolk, pupillo di James Holden e l’orgoglio della Border Community, a ricamare tessiture elettroniche di altissima qualità. Con tanto di Mac, Abbleton, Controller Midi e quella particolare carica emotiva che lo contraddistingue e che nei live sembra far esplodere la pista, Fake realizza le sue performance sempre in maniera impeccabili. I suoi live sono un continuo alternarsi di creazione e distruzione, concepirli in pieno è sempre un’impresa ardua, la scelta migliore è quella di farsi trasportare e lasciarsi coccolare dalle dolci note di “You are here” o farsi scuotere e riportare a terra dal tosto beat di “Turtle”. La serata inizia e va avanti fra giochi e battaglie di suoni che lasciano il pubblico esterrefatto, passa tutto molto, troppo velocemente e ciò che resta alla fine è il ricordo e la coscienza di aver assistito a qualcosa di meraviglioso e unico.
Autore: Luca Carusone
www.nathanfake.co.uk