Quel pugno chiuso che nel match con L’Inghilterra a Messico ’86 beffò Shilton, Sua maestà e il mondo non solo del pallone, dà il titolo al film di Marco Risi, “Maradona la mano dei D10s“, nelle sale il 30 marzo prossimo.
Il regista ammette di aver sostenuto una specie di gimkana “tra lacci e laccetti” nella vicenda biografica di Dieguito. Non proprio un’autocensura, ma parlare, macchina da presa alla mano, di un personaggio vivente è sempre difficile. Con un gatto dalle 50 vite come Maradona poi, le difficoltà aumentano a dismisura.
Certo, con il film “Best”, sul George poeta maledetto del calcio britannico, l’autore non andò per il sottile (e Best era a quel tempo ancora in vita) mettendo in scena quasi tutto il rappresentabile pubblico e privato.
“Non ho voluto farne un eroe – ammetet Risi – ma non ho neanche voluto fare un film “contro”, scandalistico e pettegolo. Maradona (interpretato da Marco Leonardi) è un uomo geniale, nelle sue contraddizioni, unico nel mondo del calcio ma molto debole nella quotidianità”.
La pellicola è stata prodotta da Elide Melli insieme alla spagnola Ombu Producciones e con la collaborazione di Rai cinema. Sarà nelle sale in 130 copie.
Autore: S. Ch.