Marc Ribot e Vinicio Capossela debutteranno fianco a fianco in occasione della data appena aggiunta del 10 luglio a Vigevano (all’interno del Cortile del Castello); saranno poi insieme ancora per le date di Collegno (TO), il 12 luglio; di Pistoia Blues il 13 luglio; di Monforte d’Alba il 14 luglio; e di Sogliano al Rubicone (FC) il 15 luglio; in particolare saranno proprio i concerti di Collegno, Pistoia e Monforte a poter offrire qualcosa di sensibilmente diverso da quello che sarà il normale svolgimento del tour. Sarà l’occasione per tenere anche conto dell’inclinazione di Marc Ribot per la musica di matrice fortemente latina da lui registrata con la formazione dei Cubanos Postizos, e suonare serenate, bolero e anche qualche numero di quel repertorio.
in un racconto Vinicio descrive l’incontro con Marc Ribot:
“Marc Ribot arrivò agli studi Fonoprint come un pazzo guidando da Graz. Non aveva potuto prendere l’aereo perché aveva dimenticato il passaporto in albergo, e in più gli si era rotta una bottiglia d’olio nella valigia. Arrivò ed attaccò a suonare emettendo lamenti dalla bocca col labbro inferiore proteso letteralmente alla musica, appeso alla sua chitarra. Era nervoso e magnifico”. Così Capossela descriveva nel 1996 il suo primo incontro con Ribot, avvenuto in occasione delle session de “Il ballo di San Vito”, album il cui suono fu fortemente segnato dalla presenza del chitarrista e dagli arrangiamenti di Evan Lurie. Da allora la collaborazione tra Ribot e Capossela è proseguita nel corso degli anni, prima per l’unico inedito di “Live in Volvo”, “Scata scata (Scatafascio)”, poi per le session di “Canzoni a manovella”, l’album di studio uscito nel 2000, e infine nella lavorazione di alcuni brani dell’ultimo “Ovunque proteggi”. In particolare l’incontro avvenuto nella grotta di Ispinigoli (NU) per registrare “Brucia Troia”, la scorsa estate, ha segnato ufficialmente l’inizio delle registrazioni di quell’album: “l’appuntamento era letteralmente sotto terra, nella grotta. Ci eravamo sentiti al telefono il giorno prima, Ribot era anche lui in Sardegna, poco distante per un concerto. Come se non ci sentissimo da due giorni mi disse “Ok, see you in the grotto”. Quando arrivò pensai di fargli un piccolo scherzo e di impressionarlo con la maschera di boves e la pelliccia: mi appostai dietro una roccia e quando fu a tiro saltai fuori e gli fui di fronte. Era vestito da turista americano in gita, sandali, bermuda e maglietta, chitarra a spalla. Si limitò a dire con un sorriso neanche troppo stupito: “Oh, the minotaur!”. E riprese la sua espressione normale. Ecco, pensai, tutto finito”.
Autore: red.
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