Non si può dire ci sia stato il “pubblico delle grandi occasioni”, ad accogliere la data partenopea dei Cousteau (nonostante il prezzo ultra-popolare del biglietto: appena 4 euro!), inserita nel cartellone del Napoli Blues Festival.
La band è uscita da pochissimo con un nuovo lavoro, “Nova Scotia”, il primo pubblicato dopo aver subìto il grave contraccolpo derivato dal forfait di Davey Ray Moore, mente creativa e songwriter unico del gruppo, che aveva fatto temere ai fan una fine prematura dell’avventura-Cousteau.
Nella splendida cornice del giardino dell’ex-ospedale militare abbiamo osservato un gruppo saldamente ancorato sulle spalle del cantante-frontman Liam Mckahey e brillantemente guidato dalla chitarra elettrica di Robin Brown.
I Cousteau si sono lasciati alle spalle il vecchio suono dalle tentazioni easy listening e il sapore un po’ retrò, per dedicarsi a canzoni dall’anima rock e blues, ombrose e malinconiche (la lenta litania di “Sometime”), vibranti e coinvolgenti (la movimentata “Sadness”), bagnate in un romanticismo noir à la Tindersticks evidenziato dalla voce profonda e baritonale di Mckahey.
I musicisti ci sono sembrati di ottimo umore per tutto il concerto (il gruppo sarà anche a tratti zoppicante, ma sicuramente non in crisi), particolarmente comunicativi e propensi a scherzare col pubblico (anche quando si trattava di far notare che c’erano dei problemi tecnici sul palco). La platea, attenta e appassionata, non ha lesinato applausi (non solo sulle prime note della celebre “The last good day of the year”). La sorpresa è arrivata nei bis, con una simpatica quanto inaspettata cover di “Mi sono innamorato di te” di Luigi Tenco. Nel complesso: un concerto molto gradevole, seppur privo di scosse emotive memorabili.
Autore: Daniele Lama
www.cousteau.it