Si chiama Kishan Shrikanth, ha undici anni ed è al Giffoni film festival per presentare il suo primo film dal titolo “Care of Footpath” (costato 1 milione di euro). Un talento precocissimo che sembra destinato ad essere iscritto nel guinness dei Primati per molto tempo ancora, sembra infatti difficile immaginare qualche bimbo più prodigioso di lui. Non sarebbe azzardato paragonarlo ad un Mozart dell’era digitale, dato che il piccolo Kishan, come il compositore viennese, si è affacciato alla recitazione poco più che quattrenne. Finora è apparso in 25 film ed in più di 500 episodi prodotti per la televisione.
Èd già a lavoro per una nuova opera, da regista: “Il mio prossimo film – racconta – è in fase di preproduzione, c’è ancora da decidere lo sceneggiatore, ma dovrebbe essere pronto per il 2008 e mi piacerebbe portarlo di nuovo qui a Giffoni”. Dice che sarà un action movie carico di atmosfere thrilling e fantasy, girato, tra l’altro, in Virtual Technology, una tecnica in cui il piccolo Kishan crede tanto.
Le sue preferenze sono quelle del cinema americano contemporaneo (i classici non li ha visti, probabilmente, perché non ha avuto tempo) con una forte predilezione verso l’eclettismo di Steven Spielberg. Anche gli attori che più stima sono tutti nomi del mainstream filmico. “Mi piace Jim Carrey, Tom Cruise e, soprattutto, Keanu Reeves che ho apprezzato molto in “Costantine” di Francis Lawrence”.
Come tutti i bambini però, ama anche le pellicole di animazione ottenute grazie alle più recenti tecnologie. “Hanno fatto bene – dice sicuro – quelli dell’Academy awards ad assegnare un Oscar ad Happy Feet, film che mi ha colpito per la perizia tecnica con cui è stato realizzato; senza dimenticare anche Shrek 3, anche quello l’ho trovato spassosissimo”.
Tra le sue ambizioni c’è il desiderio di affermarsi il prima possibile ad Hollywood dal momento che già si sente pronto di affrontare un avventura lontano da Bollywood, la mostruosa macchina produttiva indiana che l’ha lanciato. “Tra i miei sogni c’è quello di vincere un Oscar” confida. Di certo le occasioni non gli mancheranno. Kishan esibisce una grande sicurezza nel discorrere degli aspetti tecnici della produzione cinematografica. Afferma: “Per il mio primo film “Care of Footpath” non ho curato da me il montaggio, ma d’ora in poi sarò io a montare su Final Cut, un software di editing facile ed intuitivo“.
Ed alla domanda su cosa preferisce tra digitale e pellicola, la risposta sembra quasi scontata: “Scelgo l’Hd non solo per la spiccata praticità ma anche perché si stanno facendo passi da gigante in termini di risoluzione”.
Cosa può amare il piccolo Kishan del nostro cinema tanto estraneo agli effetti speciali? “Ricordo “La Vita è Bella” di Roberto Benigni che unisce commedia e tragedia con grande talento, perché io amo entrambi i generi indiscriminatamente“.
“Comedy and Drama”, questa è la formula adottata dall’enfant prodige dell’India che si interessa con grande partecipazione anche alla disamina sociale. Il suo “Care of Footpath” narra la storia di un bambino orfano e povero che, grazie all’aiuto di un’anziana signora, scopre di essere un genio. Se è ravvisabile qualcosa di autobiografico è perché anche il soggetto, guarda caso, porta proprio la sua firma. Ad ogni modo, dopo l’intervista Kishan si congeda con educazione e poi corre a schiamazzare con i coetanei, il Manoj Night Shyamalan tascabile sa come staccare la spina.
Autore: Roberto Urbani (inviato a Giffoni)