Nascere a Manchester, chiamarsi Liam ed essere il cantante di un gruppo brit-pop dev’essere un po’ come nascere a in Argentina, chiamarsi Diego e camminare costantemente con un pallone attaccato al piede.
E’ una questione che, senza troppi giri di parole, possiamo ascrivere senza problemi alla categoria “destino”, ma come ci hanno insegnato i nostri avi latini, “ognuno del proprio destino è soprattutto artefice”, e quindi non sempre tutte le aspettative e i sogni di una vita si tramutano in splendide carrozze dorate, anzi, spesso e volentieri restano delle tristissime e giganti zucche gialle. Non è questo il caso di Liam Fray, cantante e leader dei The Courteeners, ma per il momento la distanza che separa lui e il suo gruppo da quelli che sono i suoi numi tutelari è decisamente importante.
Intanto, con un disco in promozione e la benedizione di Morrisey “Moz” come biglietto da visita, i “The Courteeners” sono uno dei nomi di punta della primavera del CovoClub e della sempre ricercata serata “Cool Britannia”, anche se il concerto inizia in una sala semivuota che solo dopo le prime canzoni riuscirà a riempirsi quasi del tutto. Il tempo di vedere attaccare i jack alle chitarre e arriva alle nostre orecchie “Are You in Love with a Notion?”, ma i primi sussulti misti a “pogo” arrivano sul singolo “Lose Control”, dalla perfetta presa melodica e sicuramente un potenziale tormentone radiofonico. “Van der Graaf”, nuovo singolo lanciato in questi giorni, è puro British Sound e viene quasi voglia di spalancare porte e finestre per lasciarla conquistare spazi meno intimi e angusti come quelli del Covo. Il resto della setlist è un sunto dei primi due album combinato con pezzi estratti dall’ultimo “Anna”, un concentrato di brit-pop e sonorità
più plastificate che fanno il verso ai vari Killers, Keane e Stereophonics senza però l’originalità e la potenza melodica che hanno fatto la fortuna di questi gruppi. “That kiss”, “The Money” e la conclusiva “What Took You So Long” producono ancora qualche sussulto fisico, entusiasmando buona parte degli affezionati alla serata più british che si possa trovare in Italia (CovoClub docet),ma la sensazione finale però, è di aver assistito a qualcosa di carino e gradevole, ma senza quella necessaria e fondamentale “essenza” che un gruppo che aspira a diventare una splendida carrozza reale dovrebbe avere in ogni goccia del suo sangue.
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autore: Alfonso Posillipo
foto di: Alice Dalla Stella