A distanza di 13 mesi dal trionfale concerto in questo stesso locale con ospite speciale Enzo Gragnaniello, stasera al Duel di Napoli c’è nuovamente La Famiglia per presentare il proprio ruvido hip hop di periferia in dialetto napoletano che contamina nuova e vecchia scuola rap, funk ma anche canzoni pop più commerciali.
Il terzetto, con quasi 15 anni d’attività alle spalle e due dischi (‘Quarantunesimo Parallelo’ del 1999 e ‘Pacco’ del 2004) ha attraversato buona parte della storia recente dell’hip hop italiano: si mosse a suo agio all’inizio dei 90 nel fenomeno delle posse, di cui oggi resta tra i pochi sopravvissuti, ma è stato capace di rinnovarsi sempre, anche grazie ad una buona capacità di alternare duri temi sociali ad una manciata di singoli piuttosto scanzonati, e ciò sempre accettando la sfida del dialetto napoletano stretto, inevitabilmente limitante quando si va a suonare fuori dalla regione d’appartenenza, ma va da sè che il napoletano è anche slang flessibile e comodo, per rappare.
La Famiglia rimane uno dei gruppi più completi e rispettati tra quelli in circolazione in Italia, ed in particolare nella loro città sono ancora una spanna e mezzo sopra tutti, Co’Sang compresi. Con ancora negli occhi e nelle orecchie la buona esibizione di Dicembre di Co’Sang feat. Lucariello sempre qui al Duel, e malgrado i tanti dischi in più che i Co’Sang stanno vendendo, devo dire che La Famiglia vince ancora per esperienza – sono in giro dal 93 – e per varietà di soluzioni.
L’esibizione di stasera, senza Dj Simi sostituito da Dj FrankieB dietro i piatti, e al solito con Polo e Sha-One ai microfoni, ha la pecca di non svelare le prossime mosse della band, che vive ancora sul disco di 3 anni fa, e così il repertorio è identico a quello sentito l’anno passato, dunque inevitabilmente l’affluenza di pubblico in sala è minore e si limita agli irriducibili della band; siamo sotto i 300 spettatori, in effetti.
Un boato del pubblico, quando Sha-One sottolinea: “ il migliore hip-hop in Italia è a Napoliii!” e parte con ‘Mast’, il cavallo di battaglia dal disco d’esordio; sfilano anche altri classici, come la straordinaria intimista ‘Odissea’ del 99, che narra i grandi drammi sociali della città di Napoli, e poi la canzone delle pernacchie, che mette in evidenza il lato ironico, leggero e scanzonato della band – praticamente un inno per i fans, la potete scaricare a fondo di questa pagina –, ma anche cose più jazz, come la strana ‘Tumità’ estratta da ‘Pacco’.
Rispetto ad un anno fa, Sha-One e Polo evitano di strafare al microfono, si concedono poche pause tra un pezzo e l’altro, e dopo una prima parte in trio la serata vede salire sul palco un gruppo di veri strumentisti, alcuni di New York City – città in cui La Famiglia ha contatti e dove talvolta si esibisce – e così la serata prende la deriva funk, convincente seppure con qualche calo di tensione, ma gli irriducibili sono tutti lì sotto il palco a cantare col gruppo dalla prima all’ultima canzone e a fare fotografie col cellulare; un’ora e mezza di concerto in tutto, ed ora non ci resta che aspettare il nuovo disco del gruppo.
Autore: Fausto Turi
www.myspace.com/lafamiglianapoli