Ormai lontani gli anni del grande scisma dall’asse Louisville/ Chicago che avrebbe devastato l’ortodossia rock come forse solo le eresie kraut e canterburyane precedentemente. Eppure già da quelle colonne d’Ercole si poteva intuire la differenza di percorso in quanto a dinamiche di (de)costruzione che le Tartarughe avrebbero compiuto rispetto agli Slint. Ma troppo tempo è passato ed anche troppo si è parlato per ricollegare ancora le scelte dei Tortoise ad abusatissime teorie matematiche: oggi sono un ensemble che unifica le correnti musicali meno rock degli ultimi cinquant’anni pur partendo dagli stessi presupposti di rottura oggi del tutto metabolizzati. Riappropriarsi e levigare sempre di più quelle forme di fusion e di lounge in epica morriconiana a pacificare orecchie stanche di tanto rumore (solo forse perché vecchie) sembra essere il loro scopo. Senza però far rendere conto al pigro ascoltatore che sta scivolando in questa melassa goduriosa preparata troppo bene. E credo che questo sia proprio un merito, una di quelle rare volte in cui un certo manierismo viene accettato a vantaggio di una condizione di passiva, stupefatta beatitudine. Come uno spettacolo di fuochi d’artificio o come quei documentari didattici (anche un po’ datati) su natura e geografia. Via dunque a panoramiche turistiche riprese dall’aereo sorseggiando freschi drinks dissetanti e per niente alcoolici e a giochi d’illusionismo visti mille e mille volte ma ancora magici per chi conserva occhi da bambino. E’ stato suonato quasi tutto ‘TNT’ e l’ultimo ‘It’s All Around You’ e si ha applaudito molto compostamente alla fine di ogni brano, da seduti, come al più canonico dei concerti jazz. Salvo alla fine chiedere al pubblico di alzarsi tutti in piedi e andare sotto il palco per i bis, giusto a ricordarci che non siamo al Montreux Jazz Festival ma ad ascoltare quelli di ‘Millions Now Living…’. E giusta ricompensa ‘Djed’. Una serata quindi di caldi riverberi di chitarre desertiche e garbata elettricità, vibrafoni di cristallo e drumming sostenuto ma calcolato. Perfezione formale, algide visioni, aria pura.
Autore: A.Giulio Magliulo