Non ho ancora avuto modo di ascoltare il nuovo disco dei Jaga Jazzist, ma ho letto commenti volti a sottolineare uno spostamento della band norvegese addirittura verso sonorità progressive e anche se non posso tarare l’esattezza di queste notazioni, sicuramente qualche trasformazione – anche solo parziale – deve essersi verificata, se è vero che il nome impresso sul lavoro appena uscito è stato cambiato da “Jaga Jazzist” in “Jaga”. Qualsiasi mutazione sia avvenuta di certo ha contribuito a corroborare ulteriormente il suono live di un gruppo che nella tappa fiorentina del tour italiano ha ripagato ampiamente le mie aspettative con un concerto gustoso e carico di energia positiva, e nonostante fossero facilmente preventivabili le grandi doti tecniche di ciascun singolo musicista, mi ha davvero sorpreso verificare dal vivo l’incredibile intesa esistente tra i componenti della band. Sul palco sono ben in dieci e tutti insieme – barbe lunghe, magliette a righe, cappellini in testa, larghi sorrisi sulla faccia – sembrano un’allegra comunità neo-hippie, con il batterista nel ruolo di capo clan che di tanto in tanto si fa passare un microfono per ringraziare il pubblico, introdurre i pezzi in scaletta e presentare i colleghi dietro gli strumenti, non rinunciando ad incoraggiare gli applausi dei presenti per fornire di degno accompagnamento le acrobazie ritmiche del gruppo.
Dlin dlion dliin dliiin….tintinna il vibrafono e parte “Kitty wu”, subito dopo spunta Roy Ayers a braccetto con Sun Ra, poi i Tortoise che coverizzano i Red Snapper e i Red Snapper che coverizzano i Tortoise, una “Oslo skyline” trasformata per l’occasione in “Florence skyline”, persino accenni dance, un inaspettato coro gospel e ancora grooves rotondi inseguiti dal sassofono, il basso a far saltellare la tromba, le note di tastiera che rimbalzano sui piatti, il sassofono che strizza l’occhio al flauto e la chitarra che, leggiadra, fa capolino qua e là. La band si diverte e il pubblico pure, premiato nei bis dalla scoppiettante “Airborne”.
Autore: Guido Gambacorta