Il 9 settembre (um mese fa) è morto Stefano Benni; per una strana casualità il ricordo più forte che mi lega alla sua arte non è racchiuso in un suo “libro” ma in un suo disco.
- Premessa
Sarà stato (credo) il 1999, avevo poco più di vent’anni e di Benni, come tanti ragazzi affamati di “letteratura”, avevo letto (ovviamente) “Bar Sport” (testo immancabile nella libreria di un ragazzo; ancora oggi non posso non entrare in un bar e cercare nella teca la “Luisona” di turno), il meraviglioso “La Compagnia dei Celestini” (con la sua pallastrada, gioco di ogni bambino/ragazzino della mia generazione e non solo) ed “Elianto”; quando li ho ripresi dallo scaffale per scrivere quest’articolo, nel guardare la quarta di copertina oramai lisa dal tempo, ho visto il prezzo in lire accorgendomi di come il tempo passi (spesso) troppo rapidamente.
In quegli anni, con alcuni amici, eravamo soliti anche inserire nelle nostre esibizioni live dei momenti di reading musicale (passione personale che ho ancora oggi), fermandoci poi (spesso) a parlare di “Lungo I Bordi” dei Massimo Volume.
Fu così che tra gli espositori di un negozio, la mia attenzione fu inevitabilmente attratta da un CD che in copertina recava il nome di Stefano Benni e Paolo Damiani; si trattava di “Sconcerto” (edito da “Il Manifesto”), disco registrato dal vivo al festival “Rumori Mediterranei”, a Roccella Jonica il 28 agosto 1998, su testi tratti dal libro di Benni “Blues In Sedici – Ballata della Città Dolente”, con lo stesso Benni quale voce recitante e con musiche di Damiani eseguite da Damiani (al contrabbasso), Diana Torto (al canto), Filiberto Palermini (al sax alto), Antonio Iasevoli (alla chitarra) e Paolo Corsi (alle percussioni).
Stefano Benni che fa reading su musica … il tutto inciso dal vivo su di un CD… mi sembrava incredibile…: ovviamente comprai subito il disco.
- “Sconcerto”
“Tra i muri del market corre un bue in un incubo, sogna che lo macellano e la sua paura mi sveglia” (da “Blues In Sedici – Ballata della Città Dolente”).
In queste settimane successive alla sua morte sono state scritte pagine e pagine commemorative per Stefano Benni e la sua penna; con lo sconcerto per la sua fine, in linea con lo spirito “musicale” che anima FreakOut Magazine, lo commemoriamo “riascoltando” il suo “Sconcerto”.
Messo il CD nel lettore e premuto play, dopo l’introduzione di Benni che “spiega” il libro “Blues In Sedici – Ballata della Città Dolente” (storia tratta da un triste fatto di cronaca) e la presentazione dei suoi otto personaggi (il padre, il figlio, Lisa, Teschio, il Killer, la Città, l’Indovino; nel libro quale personaggio è anche la madre) che tornano in scena due volte…, con “il getto caldo di acido e il piombo nei polmoni …sull’erba rada di una modesta battaglia” parte la splendida “Offerte Speciali/Il Padre”, notturna urbana nel suo essere jazz narrativo, free e avanguardia, con un testo di una cruda poetica straziante… nel “sacrificio” di un padre per un figlio (sacrificio intenso quanto quello narrato in “The Road” di Cormac McCarthy), a cui segue, in un indissolubile legame, “Padre Testardo/Il Figlio” in cui spicca un’abrasiva chitarra di Iasevoli; non posso nascondere, essendo padre, l’aver provato una forte commozione prossima al pianto nel aver risentito questi due brani/testi.
Il contrabbasso si fa dolce e melodico ed è “Tema d’Amore/Lisa”… prima che il sassofono e il canto rompano e irrompano in “È Notte Fuori/La Città” e che l’archetto dilani il recitato in “Un Giorno/Killer”.
Nuovamente respira intenso il jazz urbano e notturno con “L’Indovino Cieco” affidato alla voce di Diana Torto che evoca passaggi vocali in chiave progressive (mi sono tornati alla mente gli Henry Cow con gli Slapp Happy).
Torna il “Tema d’Amore” questa volta cantato da “Il Figlio”… a cui segue la percussiva e “vocale” risposta di Lisa in “Round A Turn”.
In vendita sono ora differenti “Offerte Speciali/Teschio”… e un canto che conduce (nuovamente) a “Un Giorno/Killer”… la tensione sale nell’archetto del contrabbasso, nei rumori ed è “Ludi-Ludi/Il Padre”…. poi la musica si fa quasi silenzio e il “Tema d’Amore” strumentale “volta” l’ultima pagina di un libro narrato e suonato con immortale grazia.
E così, riascoltando “Sconcerto” dopo venticinque anni ti accorgi che alcuni suoi momenti, passaggi, parole, immagini, suoni… ti erano rimasti nascosti nella mente e nell’anima e li avevi fatti tuoi, interiorizzati, assimilati… anche citati ora consapevolmente, ora inconsapevolmente… segno di come forte sia la capacità dell’arte di formare, plasmare e “istruire” l’essere umano.
Pochi anni dopo, era il 2003, fu pubblicato “City Reading”, album in studio degli Air e di Alessandro Baricco che legge sulla musica passi tratti dal suo “City”… disco dai nomi illustri che anche mi affrettai di comprare ma che però non è riuscito mai a sostituire nel mio cuore “Sconcerto”.
https://www.stefanobenni.it/

































